Travolge un pedone mentre attraversa la strada, il centauro ‘chiedo perdono, ma quel giorno non avevo assunto stupefacenti’

Il giudice ha disposto la misura cautelare dei domiciliari. Andrea Scatigna, 34enne di Porto Cesareo, si è mostrato estremamente dispiaciuto per l’accaduto e ha chiesto scusa alla famiglia di Venerio Caione.

«È stata una grave disattenzione e chiedo perdono, ma quel giorno non avevo assunto stupefacenti». Si difende così, Andrea Scatigna nell'udienza innanzi al gip Vincenzo Brancato. Il giudice ha convalidato l'arresto e ha disposto la misura cautelare dei domiciliari.
  
Il 34enne di Porto Cesareo, assistito dagli avvocati Federica Conte e Giorgio Giannaccari, è indagato per omicidio stradale, aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti. Adesso, con la nuova legge, tale reato è punito con una pena che parte da un minimo di 8 anni per arrivare ad un massimo di 12. Nel caso specifico, vanno considerate le aggravanti, per cui Scatigna rischia una pena detentiva molto alta.
  
Il centauro, nella scorsa maledetta domenica di sangue nel Salento, ha investito con la sua moto un pedone, morto poche ore dopo. Cosa ancor più grave, secondo gli inquirenti, è che il giovane avrebbe assunto sostanze stupefacenti, come rilevato dal drug test.
  
Scatigna ha dichiarato in udienza di aver fatto uso di droga, soltanto il giorno prima. Dunque, le tracce rilevate nel sangue, farebbero riferimento ad un arco temporale precedente al momento dell'incidente. Scatigna, come detto, si è mostrato estremamente dispiaciuto per l'accaduto e ha chiesto scusa alla famiglia di Venerio Caione. L'indagato ha fatto anche alcune precisazioni, sostenendo che l'incidente non è stato così violento come si possa pensare. La vittima non ha fatto un volo di 17 metri e lui procedeva ad una velocità compresa tra i 30 ed i 40 km orari. Non ricorda, inoltre, se avesse superato la linea di mezzeria al momento dell'impatto. In ogni caso, a seguito di controlli, Scatigna è risultato sprovvisto del tagliando assicurativo, della relativa revisione e del libretto di circolazione.
  
Ricordiamo che il tragico investimento è avvenuto il 10 luglio scorso, intorno alle 19 sulla strada S.P. 340 che collega Torre Lapillo con Porto Cesareo. Qui Venerio Caione, un 61enne di Monteroni, stava gettando la spazzatura, trasportandola con una carriola. All’improvviso, la moto guidata da Scatigna gli è piombata addosso. Il 34enne, a bordo della sua moto Suzuki 600, stava guidando in direzione di Torre Lapillo, nei pressi di un camping. Quindi, superando un‛autovettura che si era fermata per consentire l‛attraversamento di un pedone, ha colpito in pieno Caione. Lo scontro, da brividi, avrebbe provocato diverse ferite che, più avanti, saranno risultate fatali. Immediata la chiamata al 118, dopodiché i sanitari intervenuti hanno disposto il trasferimento urgente presso l’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Giunto nel nosocomio intorno alle 20.15, e terminata una assidua battaglia tra la vita e la morte dentro il reparto di Rianimazione, alla fine è spirato intorno alle 23.30.
  
Il centauro ha riportato diverse lesioni, tra cui la frattura delle ossa nasali. La sua prognosi è stata giudicata guaribile in 21 giorni. In ospedale, i carabinieri hanno proceduto – con l‛ausilio dei medici – ad effettuare le analisi del sangue per verificare l‛eventuale assunzione di alcol e droghe.
  
Scatigna è risultato positivo ai cannabinoidi, agli oppiacei e alla cocaina. Pertanto, su disposizione del PM di turno dott. Carducci, una volta dimesso, ha raggiunto il proprio domicilio, in stato di arresto. L'operazione è stata eseguita dai Carabinieri di Porto Cesareo assieme ai colleghi di Campi Salentina.



In questo articolo: