Usura nei confronti di ex presidente cantina vitivinicola: assolto uno dei due presunti ‘cravattari’

La sentenza è stata emessa oggi dal Gup nel processo in abbreviato e Sandro Di Lorenzo è stato assolto con formula piena. Era accusato di usura ai danni di Mario Petito. Il noto imprenditore vinicolo si suicidò poco dopo la vicenda in questione.

Era accusato del reato di usura, nei confronti del presidente della storica cantina sociale “Cupertinum” Mario Petito, morto suicida nel gennaio 2013 ed ora è arrivata l'assoluzione con formula piena "per non aver commesso il fatto", per Sandro Di Lorenzo. La sentenza è stata emessa oggi, dal Gup Vincenzo Brancato nel processo celebratosi in abbreviato, dopo che il suo avvocato Luigi Rella (difensore del Di Lorenzo, assieme all'avv. Fernando Barbara) aveva proclamato l'innocenza del proprio assistito, per mancanza di prove ed indizi. Il Gup Brancato è stato dello stesso avviso, mentre il Pm Francesca Miglietta, aveva chiesto 1 anno e 4 mesi di reclusione per Di Lorenzo. I famigliari di Petito, che si sono costituiti parte civile nel processo, sono difesi dall’avvocato Francesca Conte ed avevano chiesto un maxi risarcimento.

Il 46enne di Copertino, Sandro Di Lorenzo era accusato, nella chiusura dell'inchiesta a firma del sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, di avere preteso dal noto imprenditore vinicolo Mario Petito, "interessi usurari in corrispettivo della prestazione di denaro". In particolare, si fa riferimento a dei tassi del 10% al mese su di una somma di 2.500 euro, nel periodo compreso tra l'ottobre 2012 (quando il denaro fu erogato) ed il gennaio 2013.

Ricordiamo che Mario Petito si tolse la vita dopo aver ingerito un diserbante, il 20 gennaio del 2013, dunque poco dopo la presunta vicenda di usura in questione. In ogni caso, a distanza di un anno e dopo una proroga delle indagini, il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia chiuse l'inchiesta, in cui comparivano i nomi dei presunti "cravattari", che venivano dunque accusati del reato di usura, ma non di aver istigato al suicidio Petito.
Va certamente precisato che i fatti in questione, pur riguardando il presidente della 'Cupertinum' non erano attinenti alle attività imprenditoriali della Cantina bensì a quelle personali di Mario Petito.

In effetti, oltre a Sandro Di  Lorenzo risultava indagato Fabio Tondo, 45enne anch'egli di Copertino. Quest'ultimo, difeso dall'avvocato Anna Inguscio, ha scelto di essere, invece, giudicato con il rito ordinario. L'indagine venne avviata con una serie di perquisizioni compiute dai carabinieri della Tenenza di Copertino, in casa di alcune persone che avevano lavorato con l’imprenditore Mario Petito. 



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