Violenta tromba d’aria si abbatte su Cannole, muri danneggiati e ulivi sradicati

Una tromba d’aria in agro di Cannole ha letteralmente sradicato muri di cinta e muretti a secco, ma anche danneggiato alcuni ulivi secolari. Nessun danno a persone, il sindaco Leandro Rubichi: ‘Abbiamo messo in sicurezza la zona, da valutare l’entità dei danni’.

Non è solo il freddo gelido e (come accaduto nelle prime ore della mattinata) ed una improvvisa grandinata a recare disagi. Nella giornata odierna, infatti, alcuni cittadini della provincia leccese se la sono vista davvero brutta. Un brutto quarto d’ora, insomma, nel vero senso della parola. È di pochi istanti addietro la clamorosa tromba d’aria elevatasi sulla strada provinciale che collega Cursi, Cannole e Serrano. Per circa quindici minuti il fenomeno meteorologico ha attraversato alcuni aree del tratto interessato, fino a giungere in agro di Cannole e determinando danni non indifferenti.

Muri di cinta e muretti a secco radicalmente distrutti dalla potenza dirompente del mini tornado. Fili del telefono smontati. Serbatoi d’acqua sbalzati. Ulivi secolari sradicati e coi rami caduti per terra. Addirittura, pure un’officine che ripara mezzi agricoli avrebbe trascorso momenti di vera e propria paura. “Fortunatamente, al momento, non si registrano feriti o comunque persone coinvolte – ha riferito Leandro Rubichi, sindaco del Comune di Cannole, contattato dalla redazione di LecceNews24.it non appena venuta a conoscenza dei fatti – e l’amministrazione sta provvedendo a mettere in sicurezza la zona. Man mano, cercheremo di esaminare l’entità dei danneggiamenti. Dopodiché vedremo il dà farsi”.

Episodio, questo, che porta alla mente quanto avvenuto ad inizio ottobre del 2016. All’ospedale “Vito Fazzi” crollarono alcuni pannelli del soffitto in corrispondenza del corridoio della struttura. E sempre nello stesso periodo in località Santa Chiara, a Boncore (Nardò), il passaggio della tromba d’aria rovinò una ottantina di alberi d’ulivo appartenenti a un podere situato ai confini con l’agro di Veglie.



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