Risale alle 17.30 di ieri la chiamata di soccorso lanciata dall’equipaggio di uno yacht – in navigazione a poco più di un miglio dal porto di Otranto – in direzione Santa Maria di Leuca. La segnalazione, pervenuta via radio alla sala operativa dell’Ufficio Circondariale Marittimo idruntino, lamentava un principio di incendio nella sala macchine dell’imbarcazione; che, dopo pochi minuti, si sarebbe sfortunatamente propagato a tutti i locali di vita di bordo, inducendo i tre membri dell’equipaggio a tuffarsi in acqua. Si tratta del "Way Out", 24 metri. Gli occupanti l’imbarcazione, tutti pugliesi (tra cui l'imprenditrice salentina Elena Galluccio, moglie dell'ex patron del Lecce, Giovanni Semeraro), sono stati tempestivamente soccorsi dalla motovedetta CP 809 di Otranto, che in pochi minuti raggiungeva la zona operazioni, tenendosi comunque a debita distanza dallo yacht avvolto dalle “lingue di fuoco” e da una consistente coltre di fumo nero.
Dopo aver sbarcato i naufraghi nel porto di Otranto ed affidati alle cure del 118, sono state attivate dalla Capitaneria di porto di Gallipoli, le previste procedure del piano locale antinquinamento con l’allertamento del battello disinquinante “IEVOLECO” della Società Castalia. Con il calar del sole, le fiamme, che in un primo memento sembravano essere state domate per mezzo dell’impiego di un getto di acqua nebulizzato proveniente dall’impianto antincendio del battello disinquinante, riprendevano nuovamente vigore, poiché alimentate dal carburante presente nelle casse di servizio dell’unità.
Al contempo, le alte temperature sviluppatesi avevano creato delle fallenotevoli alle strutture dello scafo, dalle quali si infiltravano delle vie d’acque che causavano il lento ma inesorabile affondamento dell’imbarcazione. Il proprietario dello yacht, poco prima del tramonto, è stato diffidato dal Capo del Compartimento Marittimo di Gallipoli ad adottare tutte le azioni atte a scongiurare un pericolo di inquinamento ai danni dell’ambiente marino e costiero.
Allo stato, dopo costanti ed attente ricognizioni da parte delle motovedette della Guardia Costiera di Otranto protrattesi per l’intera notte, non è stato riscontrato nessuno sversamento di sostanze inquinanti e l’oramai relitto, si trova adagiato su un fondale di circa 17 metri al largo del porto idruntino.
Sono tutt’ora in corso le operazioni che il proprietario dell’imbarcazione sta ponendo in essere, sotto la costante vigilanza della Guardia Costiera di Otranto, per valutare con l’ausilio di esperti del settore le modalità di recupero della stessa, senza ovviamente arrecare pregiudizio all’ecosistema marino, peraltro posizionata in una zona di mare particolarmente trafficata e frequentata da diportisti ed operatori subacquei.
Risultano altresì in corso gli accertamenti sulle cause che hanno determinato il sinistro.
