’10mila pass auto in meno? Anche merito nostro’, LCP commenta il nuovo regolamento ZTL

‘Dopo 16 anni abbiamo con fatica convinto la maggioranza ad adottare un regolamento. Diecimila pass in meno? Potevano essere di più. Merito del nostro studio e della nostra indagine’. Così commenta Lecce Città Pubblica, su Facebook, il nuovo regolamento Ztl.

Diecimila pass in meno. E potevano esserne di più”. Inizia così la nota – pubblicata su Facebook – di Lecce Città Pubblica alla conferenza tenuta stamattina a Palazzo Carafa dall’Assessorato alla Mobilità guidato da Luca Pasqualini. “Siamo stati noi a chiedere l'elenco dei pass permanenti di accesso alla ZTL al settore Mobilità – era il 2013, ricorda sempre LCP – risultarono essere in tutto 12.079, ai quali aggiungere i circa 4.000 temporanei; siamo stati noi a evidenziare l'urgente necessità di disporre di un regolamento ad hoc per interrompere una gestione opaca, discrezionale, clientelare degli accessi nel centro storico”.

Dopo 16 anni – prosegue – abbiamo con fatica convinto la maggioranza ad adottare un regolamento, che definisce un quadro di regole chiaro e trasparente; abbiamo convinto la maggioranza ad azzerare la situazione esistente e ridurre significativamente il numero dei pass in circolazione individuando criteri più stringenti e selezionando rigorosamente gli aventi diritto. Un risultato politico non scontato, non irrilevante”.

È un risultato – quello dei diecimila pass in meno al quale LCP si riferisce – che s'è raggiunto grazie anche al nostro lavoro di indagine, studio, proposta. Sarebbe potuto essere ancora migliore se il consiglio comunale avesse approvato tutti i nostri 25 emendamenti , quelli presentati in occasione di un incontro pubblico il 12 dicembre scorso”.

Questo regolamento – conclude – non può ovviamente rimediare ad un lungo ciclo di governo segnato da immobilismo, superficialità, inadempienze, ritardi nelle politiche della mobilità urbana. Non è con un elenco di norme di accesso alla ZTL che si possono azzerare le non scelte di questi venti anni. Che la città paga”.



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