​Centrodestra spaccato su debiti fuori bilancio: Grande Lecce vota a favore. Giliberti assente

Approvate le delibere sui debiti fuori bilancio anche con il voto a favore dei due consiglieri di Grande Lecce, Antonio Finamore e Alberto Russi. Il centrodestra e’ spaccato, orfano del suo candidato sindaco Giliberti e di un leader che possa tracciare la linea politica.

Non c’è una linea politica chiara e ben definita, ad oggi, nel centrodestra leccese.
      

Non ha avuto luogo alcuna riunione congiunta per definire la strategia da adottare sulla questione debiti fuori bilancio. Non c’è neanche Mauro Giliberti, il candidato che ha sfidato Salvemini nel turno di ballottaggio che ha consegnato alla città un sindaco di centrosinistra.
     
Non c’è, si diceva, Giliberti perché ha fatto ritorno nella sua Roma ed ha rinunciato a tutti gli incarichi nelle diverse commissioni.
     
Non c’è un leader perché la minoranza non riconosce il ruolo all’ex sindaco Paolo Perrone. Manca, in tal senso, anche una dichiarazione dell’On. Roberto Marti. Del centrodestra leccese rimane, oggi, soltanto il risultato di attriti e rese dei conti mai veramente regolate: il voto a favore dei due consiglieri di Grande Lecce, Finamore e Russi, sulle delibere inerenti i debiti fuori bilancio.
     
Un delicato consiglio, quello che si è svolto in mattinata e che ha registrato l’approvazione dei circa 8 milioni di debiti stimati fuori bilancio, con 21 voti a favore su 29 consiglieri presenti.
Otto i voti contrari: Perrone, Messuti, Mazzotta, Battista, Monticelli Cuggiò, Guido e Valente, quest’ultimo unico esponente del M5S.
    
In sintesi, il centrodestra non riteneva che tali debiti dovessero essere ricompresi nelle stime fuori bilancio: si tratta di cifre ancora in trattativa con Sgm, società partecipata del Comune, in aggiunta a circa 3 milioni di euro di contenziosi e ulteriori 2 milioni e mezzo costituiti da onorari per spese legali.
    

La posizione dell’ex sindaco Perrone è chiara, riconoscere l’ammontare del debito ed ascriverlo fuori bilancio, riduce sensibilmente il margine di una possibile trattativa del debito stesso.
    

I numeri della maggioranza, tuttavia, hanno consentito al centrosinistra di approvare la manovra.
     

E mentre la linea politica adottata dal centrodestra resta un mistero su cui si attende di far luce, in capo alla maggioranza pende l’esito del ricorso al Tar contro il provvedimento che ha assegnato il premio alla coalizione di centrosinistra.
    
Voci di palazzo riferiscono come si stia facendo sempre più consistente la possibilità  che il Tar sia orientato a convalidare l'ipotesi della famigerata  “anatra zoppa”, riconsegnando così il responso nelle mani del Consiglio di Stato. 



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