I 73 dipendenti dell’ipermercato di San Cesario si sentono abbandonati dalle Istituzioni e dai Sindacati. Sono in attesa della convocazione di un tavolo. Intanto, per la metà di loro, la mobilità scadrà fra qualche mese. Questa mattina ennesimo sit-in in via XXV Luglio.
Assemblee, sit-in, proteste, tavoli istituzionali: la vertenza Billa, l’ipermercato di San Cesario, è caduta nel dimenticatoio. Eppure i 73 lavoratori che da più di un anno sono in mobilità, non si arrendono e lottano da soli, contando esclusivamente sulle proprie forze. L’ennesima dimostrazione, questa mattina, quando uniti, si sono presentati davanti alla Prefettura di Lecce, dove hanno organizzato un sit-in, prima di salire ai piani alti per incontrare il Prefetto Giuliana Perrotta. Carichi di speranza e di ottimismo, nonostante, fino ad oggi, non abbiano ancora ottenuto rassicurazioni e risposte concrete, al fine di vedere la luce, dopo mesi di buio e incertezze.
Dell’ipermercato ciò che rimane è solo un ricordo, purtroppo. Se qualche mese fa i dipendenti avevano al loro fianco le istituzioni e i sindacati, vicini nelle mobilitazioni, pronti a combattere perché venisse difeso ciascun posto di lavoro, ora, dal racconto di uno dei tanti protagonisti della triste vicenda, pare che siano stati lasciati da soli. E soli, ogni mattina, organizzano presidi lì, in quel posto abbandonato, divenuto la casa dei senzatetto, per mantenere accesi i riflettori sulla loro condizione.
“Per coloro che hanno meno di 40 anni e siamo circa la metà – spiega un lavoratore – la mobilità scadrà presto, a maggio, e poi? In questi mesi, nonostante si trattasse di poche centinaia di euro, circa 650 euro, questi soldi mi hanno permesso, seppur con mille sacrifici e difficoltà, di garantire un aiuto alla mia famiglia, a mio figlio, che è ancora minorenne”.
Una testimonianza di quanto sia drammatica la situazione per i 73 lavoratori, che, però, non abbandonano la speranza. Circa un mese fa, a settembre, infatti, i lavoratori hanno nuovamente bussato alle porte della Regione, richiedendo, attraverso Uiltucs, un incontro alla vicepresidente Loredana Capone. Poi l’attesa per la data di convocazione e il nulla.
La situazione è precipitata, in seguito alla decisione di Rewe, la società proprietaria del marchio Billa, di cedere l’attività. Ma se all’orizzonte non si affacciano possibili acquirenti, per i dipendenti si prospetta un futuro nero. Un futuro che non potranno garantire alle proprie famiglie.
