Caporalato, il ddl è legge: chi sfrutta i lavoratori rischia fino a sei anni di carcere

Il ddl sul Caporalato è ormai legge, approvata alla Camera dei Deputati. Il Viceministro Bellanova: ‘Lo dovevamo alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno vissuto nelle nostre campagne condizioni disumane’.

La legge approvata in via definitiva alla Camera contro il lavoro nero, lo sfruttamento del lavoro in agricoltura e per il riallineamento retributivo nel settore agricolo è una risposta di civiltà alle tante, troppe azioni criminose compiute sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori vittime di caporalato. La norma prevede, infatti, un notevole inasprimento delle pene (i caporali rischiano fino a sei anni di carcere), la responsabilità del datore di lavoro e, inoltre, l’indennizzo alle vittime. “Una giornata storica. Una grande emozione. Una norma importantissima. Una legge che con il presidente Renzi avevamo promesso alla famiglia di Paola Clemente, e alle donne e agli uomini come lei vittime di condizioni di lavoro inumane, di caporali senza scrupoli, dell’intreccio perverso tra imprese agricole e organizzazione illegale del lavoro”, così il Viceministro Teresa Bellanova, che prosegue: “Una legge che dovevamo alle lavoratrici e ai lavoratori immigrati che hanno vissuto nelle nostre campagne condizioni di lavoro e di vita disumane, trovando tuttavia il coraggio di denunciare”.

Sé tanto discusso, in questi anni, di quanto fosse necessario combattere il caporalato con le stesse modalità di contrasto alla mafia. Occorreva, e tuttora occorre, la mobilitazione di tutti per sconfiggerlo: istituzioni, imprese, associazioni, parti sociali, cittadinanza attiva. La nuova legge rappresenta “un’occasione straordinaria – continua Bellanova – perché punta a colpire e punire  sia l’intermediazione che lo sfruttamento della manodopera, caporali e aziende, prevede confisca dei beni, arresto in flagranza, estensione della responsabilità degli enti, responsabilità del datore di lavoro, controllo giudiziario sull’azienda senza interruzione dell’attività, indennizzi per le vittime, rafforzamento della Rete del lavoro agricolo di qualità”. Nessun intento punitivo nei confronti delle imprese, vale la pena ribadirlo.

Una vittoria che però potrà definirsi tale solo se anche le imprese – le realtà agricole, comprese quelle piccole – avvertiranno come prioritaria la tutela e la dignità del lavoro per un legame forte tra buona agricoltura e buona economia, per l’innovazione in agricoltura e per una agricoltura di qualità.

Un ringraziamento particolareconcludeal ministro Martina per la determinazione e il rigore con cui ha condotto in porto l’impegno assunto dal governo. Oggi tutti noi abbiamo un eccezionale strumento a disposizione e una straordinaria occasione. Non rendiamola vana”.



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