Cottarelli riceve l’incarico. Quando diceva: “Io premier? Più probabile che l’Inter mi chiami al posto di Icardi”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha affidato all’economista Carlo Cottarelli l’incarico di formare un Governo “neutrale”. L’ex commissario alla spending review, come da prassi, ha accettato “con riserva”.

Quando aveva letto il suo nome nella rosa delle ipotesi circolate per superare lo stallo istituzionale e dare all’Italia un governo di scopo, Mister Spending Rewiew aveva riso: «A me sembra più probabile che mi chiamino nell’Inter a giocare al posto di Icardi come centravanti» aveva dichiarato tacciando l’idea come “poco credibile”. Non è stata così “poco credibile” se Carlo Cottarelli, convocato al Colle, ha accettato l’incarico, con riserva, di formare un esecutivo “neutrale”, che tenga i conti in ordine.

L’economista, chiamato a compiere l’impresa dopo il naufragio del governo giallo-verde, ottenne dall’allora premier Enrico Letta l’incarico di mettere mano agli sprechi pubblici italiani. Ruolo che gli valse il “nome d’arte” di Mr. Forbici. Non solo, in questi giorni il suo volto è entrato spesso nel dibattito politico, quando ha sostenuto che sarebbe stato “impossibile” attuare le misure previste dal contratto Lega-M5 per l’assenza di coperture.

«Sono molto onorato come italiano di questo incarico e naturalmente ce la metterò tutta. Il presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni» ha dichiarato al termine del colloquio con il capo dello Stato, durato circa un’ora.

«Il governo – ha continuato – manterrebbe una neutralità completa rispetto al dibattito elettorale. Mi impegno a non candidarmi e chiederò lo stesso impegno a tutti i membri».

Il premier incaricato ha assicurato “tempi molto stretti” per la presentazione ufficiale della “lista dei ministri” al presidente della Repubblica. Anzi, si mormora che sia salito al Colle stringendo tra le mani una rosa di nomi tra cui spiccano volti del calibro di Trinca e Cantone. Non farà le classiche consultazioni con i partiti, ma procederà a spron battuto.

La domanda, fondamentale, ora è un’altra: avrà i numeri per ottenere la fiducia? Calcolatrice alla mano, la risposta è NO se i gruppi politici saranno coerenti. L’unico si, al momento, è quello del PD, ma la politica e lo hanno dimostrato queste ore può riservare clamorosi colpi di scena…



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