Giunta Salvemini, Mignone resta fuori. Forte il malumore tra i suoi, ma l’ex assessore glissa: ‘Basta polemiche’

Al varo la Giunta Salvemini, Carlo Mignone resta fuori. Grande malumore tra i sostenitori dell’ex assessore all’Ambiente che getta acqua sul fuoco.

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‘Avevo chiesto a Carlo di poter continuare il lavoro svolto ma che avrei come sempre accettato le sue indicazioni. Salvemini ha ritenuto impossibile accontentarmi‘.

Parole amare quelle di Carlo Mignone, ex assessore all’Ambiente della prima Giunta Salvemini, più suffragato nella lista dell’Udc ma rimasto al palo nel nuovo esecutivo di Palazza Carafa.

Il buon lavoro svolto nella precedente amministrazione non gli è bastato per conservare il posto; Salvemini, facendo affidamento alle prerogative che la legge gli conferisce, ha scelto gli uomini e le donne della sua squadra in base a proprie valutazioni, al risultato elettorale, ai suggerimenti dei partiti e, a detta di qualche ben informato, ai veti incrociati che sono sorti al momento della compilazione della lista (ecco i nuovi nomi).

Nulla di nuovo sotto il sole, nulla di cui stupirsi. Quando nasce una Giunta insieme all’entusiasmo di chi comincia c’è sempre l’amarezza degli esclusi, di quelli che non ce la fanno ad entrare.

‘È inutile nascondere l’amarezza – ha scritto in un post su facebook, Mignone – di non poter continuare a lavorare per la città facendo parte di questa squadra vincente. Ma l’amarezza dura poco quando si sente comunque intorno la stima dell’uomo qualunque’.

Insomma la regola del ‘Carlo dopo Carlo’ è valsa soltanto per il sindaco e non per il suo ex assessore all’Ambiente. Questi sembra destinato a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale, carica che viene eletta dall’assise consiliare. Mignone la prende alla lontana, temendo per scaramanzia, forse, quel detto secondo il quale chi entra in Conclave da Papa ne esce poi da Cardinale.

Pacta servanda sunt, però. E fino a prova contraria la promessa della presidenza del Consiglio dovrebbe essere rispettata.

Molti dei sostenitori di Mignone non hanno gradito nè condiviso la scelta del Primo cittadino. C’è chi ha usato parole dure contro Salvemini, chi è stato più elegante ma tutti hanno convenuto sulla ‘signorilità’ dell’escluso che poi ha sentito il dovere di intervenire per gettare acqua sul fuoco delle polemiche.

‘Ora però ascolto troppe parole tra gli amici – ha detto l’ex assessore all’ambiente – che hanno contribuito al recente successo e pur ringraziando chi mi stima e ha apprezzato il mio lavoro, mi sento in dovere di dire che una giunta va valutata per quello che farà, al di là delle singole persone scelte dal Sindaco. Ora basta polemiche, andiamo a festeggiare’.

Strano destino quello dell’Udc che per la seconda volta consecutiva rischia di lacerarsi nelle polemiche all’indomani della vittoria del sindaco di centrosinistra; tutti ricordano infatti cosa accadde due anni fa all’indomani del varo del Salvemini I.

Spetta al Sindaco adesso sopire i malumori, inclusi eventualmente anche quelli di Puglia Popolare a cui non toccano assessori, non spetta la presidenza del Consiglio e c’è spazio solo per qualche gratificazione con le ‘partecipate’ di città.