
Il sindaco di Nardò Pippi Mellone è al centro di una nuova bufera dai risvolti imprevedibili. Non è passato inosservato il post su Facebook con cui il primo cittadino ha invitato alla chiusura dell’Anpi di Lecce, bollandolo come un pericolo per la democrazia.
“Rendiamo onore ai martiri delle foibe, chiudiamo l’Anpi Lecce” – esordisce a margine delle celebrazioni nella Giornata del Ricordo per le vittime delle foibe – La comunità di Nardò rende onore ai martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Chi ancora oggi rifiuta di riconoscere le dimensioni di questa tragedia e reclama l’oblio per Norma Cossetto e altre vittime dei comunisti titini deve solo vergognarsi. Mi riferisco – continua Mellone – in particolare all’anonima Anpi Lecce, una sigla dietro la quale si nascondono uomini e donne fuori dal tempo e dalla civiltà”.
Segue l’affronto decisivo: “L’Anpi Lecce deve essere chiusa al più presto perché rappresenta un pericolo per la democrazia. Onore all’Italia onore a chi è morto nel nome della bandiera, onore a chi è stato ucciso solo perché italiano, onore a tutte le vittime dell’odio”, ha chiosato Mellone.
Le risposte non si sono fatte attendere. A stretto giro Sinistra italiana ha evidenziato l’incompatibilità di tali dichiarazioni con la posizione ricoperta dal gruppo nel fronte “antisovranista e antifascista” guidato da Michele Emiliano, al quale hanno chiesto di condannare le parole del primo cittadino di Nardò dissotterrando le polemiche sulla inusuale vicinanza tra il governatore e candidato della coalizione di centrosinistra alle prossime regionali e il sindaco cresciuto politicamente in ambienti di destra, già balzato alle cronache nazionali per episodi controversi quali il ricordo in piazza di Sergio Ramelli accompagnato dal saluto romano e a cui viene attribuita una certa insofferenza per le celebrazioni del 25 aprile.
“Pensavamo di aver letto male – è la risposta di Sinistra Italiana Salento – e invece il sindaco di Nardò Pippi Mellone ha scritto che l’Anpi Lecce deve essere chiusa perché rappresenta un pericolo per la democrazia. Una frase inqualificabile, contro la nostra storia antifascista, contro un’associazione libera ed essenziale alla nostra democrazia, contro uomini e donne perbene. Appare doveroso da parte di Sinistra Italiana Salento chiedere al Presidente Emiliano, candidato della coalizione di centro-sinistra di cui facciamo parte, di assumere subito una posizione di condanna netta ed inequivocabile rispetto alle parole inaccettabili di Pippi Mellone”.

Messo alle strette, il governatore intorno a mezzogiorno ha preso le distanze dall’accaduto tentando di mediare tra le due ali della sua coalizione. “L’Anpi si è guadagnata il diritto all’esistenza perenne col sangue dei partigiani di tutti gli orientamenti politici che lottarono e vinsero la guerra di Resistenza – ha commentato il Presidente della Regione – L’espressione da parte di chiunque e quindi anche di Anpi Lecce di una opinione libera (e quindi come tale anche opinabile), non può avere mai come conseguenza la negazione della libertà di opinione. Non si chiude la sede e non si spegne la voce di chi non si condivide, ma solo di coloro che ricostituiscono il partito fascista e usano la violenza come metodo di lotta politica – ha scritto nella nota, concludendo: “Si può polemizzare con Anpi quanto si vuole ma non se ne puó chiedere la chiusura”.
A stemperare gli animi anche il sindaco di Lecce Carlo Salvemini con una nota che riecheggia quanto affermato dal governatore Emiliano. “Polemizzi con Anpi Lecce quanto vuole ma non ne invochi la chiusura e chieda scusa – commenta il primo cittadino – si può dissentire con le posizioni che assume l’Anpi, perché nessuno ha la patente di infallibilità nel confronto politico, ma non si può in ragione di una diversa opinione su fatti storici, chiederne la chiusura additandola come un pericolo per la democrazia, perché si cancella il principio della libera manifestazione del pensiero, diritto fondante degli ordinamenti democratici”.
Sul tema è intervenuto anche Cristian Casili, consigliere regionale del M5S: «Penso che le tragedie storiche, causate da ideologie politiche folli, non debbano essere utilizzate per avvalorare nuove ideologie, altrettanto folli e antistoriche. Nel caso specifico credo che nessuno può immaginare di chiudere luoghi di democrazia e di libertà, come Anpi, perché per fortuna oggi viviamo tempi più felici dove il pluralismo è un valore e non un pericolo da combattere».