L'8 novembre si avvicina e il meccanismo congressuale si mette in moto tra intoppi e dinamiche sicuramente da chiarire. Fra queste, l'esagerato numero di tessere registrate nei circoli, che Alfonso Rampino, candidato alla segreteria provinciale del partito democratico, ha deciso di "denunciare" nel corso dell'incontro con la stampa, avvenuto lo scorso 16 ottobre, in occasione della presentazione della sua proposta.
Si è parlato di "tessere falsate", ma in che senso? Il calcolo anagrafico del tesseramento nei circoli, che dovrebbe essere trasmesso annualmente agli organi nazionali, per il partito democratico leccese è fermo al 2009, anno del precedente congresso che registrò un sostanzioso numero di adesioni. La fotografia è quella di quattro anni fa, quando le schede compilate ammontavano a quasi 16mila. I dati non sono stati inviati, ma neanche chiesti.
Si può dire, dunque, che la negligenza abbia caratterizzato tutti i livelli?
A rispondere ai numerosi interrogativi sulla questione, il Capogruppo del Partito democratico alla Provincia di Lecce, Cosimo Durante.
"C'è stato secondo me, un errore alla fonte – spiega -. Partendo dal nazionale e, a cascata, a tutti gli altri livelli. Abbiamo bisogno tutti di un'autoriflessione e di un'autocritica.
Io non entro nel merito delle decisioni che ha voluto prendere Alfonso Rampino prima di incontrare la stampa. Io da uomo di partito, probabilmente avrei usato un'altra misura. Avrei sicuramente sollecitato una riflessione all'interno degli organi preposti, qualora poi questi avessero deciso di non porre la giusta attenzione sulla questione, mi sarei regolato di conseguenza. Credo che qualcosa si potesse sicuramente evitare. Urge, in questo momento, fare una considerazione importante che ci riporti ai principi di eticità dei comportamenti. Se diciamo di non volere tessere "improprie", allora, dobbiamo comportarci di conseguenza. Per quanto di mia competenza, solleciterò i tesserati del 2012 che vogliono autonomamente rinnovare l'adesione e convocherò, tramite il segretario di circolo di Leverano, i nuovi tesserati, ad andare di fronte alla sezione del comitato a sottoscrivere la tessera. Tessere in bianco non ce ne saranno. E così dovrebbe avvenire in ogni circolo".
"La decisione di Rampino", ovvero l'elemento che in questi giorni ha scatenato la polemica mediatica e interna al partito, mettendo in luce la spinosa questione delle tessere "lievitate" o, meglio, non dichiarate dal 2009 ad oggi. Vedendola in questa prospettiva, più che una "denuncia" definirebbe quella del candidato un'autodenuncia, avendo ricoperto il ruolo di responsabile organizzativo negli anni in cui il calcolo anagrafico delle tessere non è stato comunicato?
"E' chiaro che, se la questione viene messa fuori dal responsabile organizzativo, sorgono degli interrogativi. Io non tendo, però, a definirla né denuncia, né autodenuncia, bensì una sorta di sollecitazione alla chiarezza. Sicuramente poi, se in questi giorni ci sono stati i dovuti approfondimenti dagli organi preposti, se da Roma hanno deciso di esaminare la questione magari mandando qualche osservatore nella provincia di Lecce, qualcosa non torna. Le perplessità ci sono per chi come me vive quotidianamente il partito e le sue vicissitudini con la risaputa passione.
Vedere sui giornali i numeri delle tessere, che potrebbero lievitare a 16mila, mi lascia confuso. Mi piacerebbe avere un partito in cui si discute, come abbiamo fatto con l'auto convocazione di luglio e la successiva in cui,ancora prima dei nomi, abbiamo discusso dei contenuti; del partito che vorremmo, di come ce lo immaginiamo, di come dovrà collocarsi sul territorio con le idee forti di un Salento che ha bisogno di riprendere il cammino dello sviluppo, che, ahimè, si è inceppato. Di un partito umano, di sentimenti, ma soprattutto di un partito di comunione d'intenti e condivisione anche di una qualsiasi discussione o diatriba che possa sorgere. Mi immagino un partito differente, ancor prima delle tessere. Abbiamo bisogno dei voti durante le campagne elettorali, che sono i voti degli elettori e dei cittadini, e di un partito solido che non può essere il partito delle tessere. Questo significa ritornare a idee ataviche di politica".
Guardare al futuro, dunque, significa superare la "rincorsa alle tessere"?
" Chi in passato, probabilmente anche io stesso, pensava che la rincorsa alle tessere potesse dare dei risultati, deve comprendere che il rinnovamento, la rigenerazione , passa soprattutto dall'idea condivisa di partito e non dal numero delle schede. Va bene che il partito cresca, ma in questo modo esponenziale a me sembra esagerato. Non vorremmo alla fine ritrovarci con tanti tesserati e con una percentuale di voto inferiore. Oltre il danno sarebbe la beffa. Lo dico con serenità, sono rammaricato in questo momento. Avrei voluto che sulla stampa ci fosse stato un dibattito tra i quattro candidati alla segreteria. Anche se tutti sanno che insieme ad altri colleghi ex sindaci ed amministratori sto puntando su un giovane, Vincenzo Toma, ritengo tutti e quattro i candidati delle brave persone, però i salentini avrebbero dovuto, in questo momento, toccare con mano l'idea di partito che abbiamo e le idee programmatiche".
La polemica sta deviando quella che doveva essere la traiettoria congressuale..
"Sarebbe stato utile vedere sulla stampa i contenuti di ogni candidato, un giorno alla volta, cosa alla quale, purtroppo non abbiamo assistito. Quello a cui abbiamo assistito è un dibattito freddo, asfittico, quasi poco serio per un partito che guarda al futuro e che dovrebbe cercare di attrarre i giovani al ritorno della politica, cosa che così non sta facendo, invece di avvicinarli li allontaniamo. Sappiamo che Toma ha esposto e consegnato dei buoni contenuti, ma non credo che tutti abbiano fatto lo stesso".