C’è preoccupazione per lo stato di disagio in cui da tempo versano i coniugi leccesi che da qualche giorno hanno deciso, in segno di contestazione, di stazionare proprio alle porte di Palazzo Carafa. E l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Lecce, Carmen Tessitore, intende precisare che già da un po’ l’amministrazione sta lavorando per risolvere quanto prima la grave situazione, definendosi “rammaricata per alcune imprecisioni riportate dalla stampa”. Così, “per un dovere di trasparenza che intendo mantenere verso i cittadini leccesi, vorrei chiarire la vicenda già di per sé molto delicata”.
Il vicesindaco del capoluogo salentino, infatti, spiega che la segnalazione giunse già sulla sua scrivania: “Immediatamente ho dato disposizione affinché si avviassero tutti gli accertamenti necessari e previsti per comprendere al meglio la situazione ed il vissuto della coppia”. “Ho contemporaneamente sollecitato Don Attilio Mesagne – aggiunge – già a conoscenza del caso, perché mi affiancasse in questa emergenza ricevendo da parte sua, come di consueto, la massima disponibilità. Stessa massima disponibilità dimostrata come sua abitudine da Madre Giulia Cavallo, della Congregazione Suore e Discepole del Sacro Cuore, con la quale è in corso un confronto per trovare una soluzione temporanea in attesa che si riapra un dialogo familiare”.
C’è di più. Dalla tempestiva indagine condotta come da prassi dalle assistenti sociali, sarebbero emerse alcune dinamiche diverse da quelle sinteticamente riportate dagli organi di informazione. Si evince chiaramente che, lo stato di disagio della coppia, così come prevede la legge, può essere serenamente alleviato dalla solidarietà familiare. “Cosa che è avvenuta fino a poche settimane addietro – precisa l’assessore Tessitore – quando i parenti stessi hanno offerto più volte alla coppia alloggio e lavoro, ma la coppia li ha puntualmente e ripetutamente rifiutati”.
Sin dall'inizio di questa vicenda, peraltro, l'assessore Attilio Monosi – competente per l'assegnazione degli alloggi – si è mobilitato per trovare una soluzione sempre nel rispetto della normativa e del principio di trasparenza ed equità. “Mi riservo nei prossimi giorni di convocare i parenti che hanno offerto alloggio e lavoro alla coppia – conclude – per comprendere le motivazioni del rifiuto ed eventualmente riuscire a sollecitare la riapertura di un dialogo costruttivo e rispettoso dei legami familiari”.
