Consiglio provinciale, è¨ scontro su Tap. No all’ insediamento di San Foca

Scontro a Palazzo dei Celestini questa mattina sul gasdotto transatlantico, primo punto all’ordine del giorno nella riunione provinciale.

Consiglio provinciale movimentato quello di questa mattina a Palazzo dei Celestini. Oggetto di discussione principale è stato il ruolo che la Provincia ha assunto e dovrà assumere nella valutazione del progetto Tap, il gasdotto transatlantico che attraverserà le nostre acque tramite un condotto sottomarino, per poi approdare sulla costa salentina, nei pressi della Marina di San Foca.
Il Consiglio ha preso atto della relazione predisposta dal gruppo di lavoro intersettoriale (costituito da tecnici dei Servizi Ambiente, Turismo e Programmazione strategica della Provincia, coordinati dal professore dell’Università del Salento Alberto Basset), contenente le osservazioni al progetto di realizzazione del tratto italiano del gasdotto. Ora la Provincia invierà la relazione alla Regione Puglia, quale primo contributo alle attività di competenza regionale, riservandosi di fornire ulteriori pareri e/o contributi all’esito della fase di consultazione pubblica in corso; la stessa relazione, per le procedure di competenza statale, sarà inviata al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per le procedure di competenza.

“E’ bene che tutti sappiano che la Provincia non ha un ruolo vincolante  nell’esprimersi riguardo la valutazione dell’impatto ambientale come il Ministero – ha spiegato il Capogruppo della maggioranza alla Provincia Biagio Ciardo – ciò nonostante, sentiamo sulla nostra testa la spada di damocle. Sentiamo la responsabilità – prosegue – di un ente che rappresenta la popolazione del salento e che ne comprende necessità e bisogni. Per queste ragioni la commissione ambiente ha avuto sensibilità immediata per sgombrare il campo da eventuali dubbi di chi vorrebbe in qualche modo indicare l’ente come incapace e immobile”.

Da una parte, dunque, il consigliere Ciardo ha sostenuto l’impegno manifestato dall’ente nella comprensione e nell’approfondimento del problema Tap e nella messa in atto di tutte le azioni possibili. “Non credo ci sia stato altro ente che abbia trattato con tanta intensità il problema – aggiunge Ciardo – . In più, va dato atto al Presidente Gabellone di aver voluto dare un taglio scientifico alla questione, privo di posizioni di parte; ha voluto spogliarsi di ogni posizioni pregiudiziale, al punto di aver provveduto all’istituzione di un gruppo di studio intersettoriale costituito, oltre che dai tecnici del Servizio Ambiente, anche da quelli del Servizio Turismo e Programmazione strategica, coadiuvati dal Professor Alberto Basset dell’Università del Salento, con il compito di preparare le osservazioni da presentare al progetto e da inoltrare all’Autorità competente”.

La contestazione all’intervento del capogruppo della maggioranza è arrivata dal Consigliere Mario Pendinelli che ha invece voluto sottolineare il ritardo con cui la Provincia ha iniziato ad affrontare il problema, nascondendo -secondo quanto da lui stesso dichiarato –  un atteggiamento favorevole nei confronti del gasdotto. “Per due anni abbiamo fatto finta di non vedere e non sapere” ha chiosato Pendinelli. Secondo il consigliere, la Provincia avrebbe ricevuto nel marzo 2011 la documentazione Tap, ma avrebbe iniziato ad occuparsi del problema nel giugno 2013. “Nessuno ha preso provvedimenti – ha aggiunto l’ex sindaco di Scorrano – neanche quando l’Arpa ha segnalato i problemi derivanti dai lavori che già si stavano effettuando”.

“Fareste prima a dire che siete favorevoli al progetto – ha commentato – senza giri di parole. Qui non si sta discutendo del parere favorevole o meno, perché si può essere anche favorevoli al progetto, ma con dignità. Si può anche appoggiare il disegno mantenendo un impegno verso il territorio. Abbiamo lasciato i comuni da soli”.

Secondo il consigliere Pendinelli, il rischio è quello di “finire come l’Ilva”. “Dobbiamo aspettare che venga un commissario, come è successo a Taranto, – afferma – per renderci conto tutti che ci sono delle fonti inquinanti? Perché la politica per una volta non può fare un passo avanti rispetto alla magistratura?”. E ancora: “Siamo uno dei pochi posti al mondo a non avere una vocazione industriale, ma ad ospitare una centrale che brucia il carbone. Il problema della Tap non sarà il tubo – conclude – ma l’impianto di depressurizzazione che si andrà ad aggiungere a Cerano e a tutti i problemi ambientali già esistenti”.

Chiare le parole del presidente Antonio Gabellone "Questo Ente ha da subito avviato una fase di confronto con i sindaci, attenta com’è alla volontà delle realtà locali per capire in che maniera supportare i Comuni. E’ evidente che gli approfondimenti che si evidenziano in questa relazione non possono farci dire si a questa opera per come ci è stata presentata. Non emergono le condizioni di tranquillità che il territorio richiede, con diverse zone d’ombra presenti. Non siamo messi in condizione di poter dire si a questa infrastruttura; non esiste poi un termine di paragone che sia chiaro che quello è il miglior sito per la realizzazione del gasdotto”.
E, infatti, nel deliberato finale di contrarietà all’opera il presidente ha inserito, presentando un suo emendamento, il seguente testo: “Il Consiglio esprime il proprio parere sfavorevole a qualunque insediamento e progetto che, come quello di Tap, preveda sul territorio salentino strutture invasive, che non siano supportate da studi e approfondimenti tecnico-scientifici che ne dimostrino con chiarezza estrema l’inidoneità a danneggiare sotto ogni profilo l’ambiente e la popolazione della provincia di Lecce”.
Il consiglio ha approvato il testo emendato da Gabellone e il “no” all’insediamento a San Foca con 21 favorevoli e solo 2 astenuti (il gruppo Pd), senza alcun voto contrario.



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