Dal Senato via libera alla Tap, l’indignazione del M5S

L’accordo con Albania e Grecia per il gasdotto è¨ stato approvato con 178 sè¬, 48 no e 4 astenuti, il Senato quindi ha approvato mentre i parlamentari del M5S esprimono la loro indignazione.

Approvato con 178 sì, 48 no e 4 astenuti, l'accordo con Albania e Grecia per il gasdotto che approderà in Salento, nonostante la contrarietà di amministrazioni locali e ambientalisti. Prima fra tutti la senatrice salentina Barbara Lezzi che ci va giù pesante con la politica locale pugliese 

Il Senato approva con 178 sì, 48 no e 4 astenuti, l'accordo con Albania e Grecia per la Tap, il gasdotto Trans Adriatic Pipeline,che trasporta gas dai giacimenti del Caspio fino al Salento. Il ddl di ratifica passa ora alla Camera. L’opera della discordia, quindi, quasi sicuramente vedrà la luce e non sono bastati i voti contrari degli esponenti di Sel e del Movimento 5 Stelle, gli unici ad essere contrari.

I parlamentari salentini del M5S hanno ribadito più volte il loro no al progetto Tap, invitando gli amministratori pugliesi di Pd e Sel a pretendere il voto negativo dai loro colleghi parlamentari presso la Commissione Affari Esteri.

Cosa che non è successa e che ha lasciato l’amaro in bocca alla senatrice salentina Barbara Lezzi che ha dichiarato: “Quella che può apparire una vittoria per la Tap, è innanzitutto un clamoroso fallimento della politica locale pugliese che, sempre presa da bigottismi e beghe di partito, si è volutamente lasciata scappare l'occasione di far valere le proprie ragioni già dal 2010. Si, perché bisogna esser chiari e dire che allora la giunta Vendola avrebbe potuto impedire la realizzazione di questo progetto, semplicemente rispondendo all'invito del Ministero dello Sviluppo Economico. Ora assistiamo al teatrino dell'ipocrita e strumentale indignazione,sempre demagogica e non programmatica, ne' tanto meno concertata con il territorio. Si parla di royalties e di posti di lavoro dimostrando solo che la caparbia ignoranza, l'assenza di studio ed impegno governano gli interessi del Salento che si ritrova, coraggiosamente e solo, a lottare contro una cattedrale nel deserto che oltre ad un impatto ambientale violento, non porterà alcuna ricaduta economica sul territorio non solo regionale ma nazionale”.



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