Emergenza ulivi, gli olivicoltori salentini scrivono al Commissario Silletti

Secondo gli olivicoltori salentini di ‘Voce dell’Ulivo’ e ‘Aprol Lecce’ il piano del Commissario Silletti è applicabile solo in teoria. Ecco alcuni consigli per renderlo efficace

Gli olivicoltori salentini di “Voce dell’Ulivo” e “Aprol Lecce” scrivono al Commissario Straordinario Silletti: “Pronti a collaborare, ma servono alcune modifiche dettate dal buon senso”. Un esempio? Sfrondature al posto di abbattimenti. La parola d’ordine è abbattere la quantità di inoculo del batterio presente sul territorio per bloccare il contagio, e questo si può ottenere riducendo drasticamente l’apparato fogliare infetto, presente sugli alberi contaminati, senza eradicare. Fra le righe lo dice anche l’Efsa.

Ancora il Comitato: “Da questa pratica molteplici benefici: possibile risanamento di piante infette allo stato iniziale, tutela del patrimonio olivicolo e paesaggistico, drastica riduzione di insetticidi, contenimento dei costi per gli agricoltori, velocità di intervento, applicabilità anche in zone inaccessibili ai mezzi meccanici e più facile monitoraggio dell’evoluzione della malattia”.

E sulla strigliata di Nardoni sugli adempimenti, cominci da un bel mea culpa per non aver fatto ancora tirare un filo d’erba a Consorzi di Bonifica, Province, Comuni e Anas. E riguardo ancora alla sua affermazione: “Non è ancora chiaro a tutti che il piano del Commissario è un piano sostitutivo degli interventi posti a carico di proprietari e conduttori da un Decreto del Governo – il Comitato precisa – Il Commissario è di fatto sostitutivo dell’inerzia totale dell’ente Regionale, ed in modo particolare, dell’Assessorato all’Agricoltura che in due anni ha trovato come unica soluzione al problema “L’acqua informatizzata”.

Si riportano le parole dall’Assessore “Ma davvero esiste una persona di buon senso che può pensare che un soggetto pubblico, sia esso il Commissario, la Regione o l’Esercito, possa fare le arature di circa centomila ettari di terreni agricoli in meno di un mese?” A queste parole dal Comitato rispondono così: “ Ma davvero esiste una persona di buon senso che può pensare che un soggetto privato, sia esso azienda agricola o semplice possessore di terreno, possa fare le arature di circa duecentocinquantamila ettari (e non centomila come dice l’Assessore mal informato) di terreni agricoli in meno di un mese? ”.

Dice ancora l’Assessore “Abbiamo dato un alibi a tutti coloro che anche prima della xylella non curavano i terreni per continuare a non farlo e magari sperare in un risarcimento”. Questa affermazione è di una gravità inaudita – dicono dal Comitato – perché dimostra che l’Assessorato pur essendo a conoscenza di questo fenomeno non ha intrapreso le iniziative adeguate atte a far rispettare il contratto di condizionalità, previsto dalla Pac, ai soggetti inadempienti. Tutto questo anche nonostante le nostre numerose denunce e sollecitazioni.



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