Il Filobus.e le polemiche

I toni non sembrano attenuarsi. D’Autilia parla dello strano caso di Rotundo e Pankiewicz che, all’improvviso, non preferiscono verbo. Immediata la replica.

A volte per esprimere al meglio un concetto si ricorre ad esempi, metafore o confronti al fine di rendere più semplice e comprensibile il senso di ciò che si vuole comunicare. Damiano D'Autilia, consigliere comunale della Puglia prima di tutto, sceglie un’altra strada e al sarcasmo unisce le note di “Ho perso le parole” di Luciano Ligabue riferendosi a Wojtek Pankiewicz ed Antonio Rotundo, i “magnifici due”. Il motivo è sempre lo stesso: il filobus. A sorprendere l’esponente della Puglia Prima di Tutto è stata la “non risposta”  alle dichiarazioni del numero uno di Io Sud, Adriana Poli Bortone, che ha definito il filobus cosa “buona e giusta".

“Che Adriana Poli Bortone,  unica artefice dell’opera pubblica più costosa della storia leccese, il filobus, a distanza di anni, continui a sostenere in modo convinto una scelta che porta la firma della sua amministrazione, mi sembra quanto mai coerente – afferma D’Autilia. Ritrattare quanto, anni addietro, si è determinato, non avrebbe fatto fare una bella figura alla senatrice che – da persona intelligente e preparata – conosce bene il significato politico di un “dietrofront”. Ciò che desta meraviglia, però, è l’atteggiamento dei primi nemici del filobus, Antonio Rotundo e Wojtek Pankiewicz. Con grande stupore ho notato il silenzio tombale dei “magnifici due” – eppure sempre indaffarati, alla ricerca spasmodica di espedienti volti ad minare il governo cittadino guidato da Paolo Perrone – rispetto a quanto affermato da Adriana Poli Bortone, qualche giorno fa”.

Quello che il Consigliere si aspettava era un intervento, una replica, una battuta da parte di quelli che lui stesso definisce i “primi detrattori del filobus”. Invece, quello che ha notato è stato solo il “silenzio tombale”.

“Che l’opposizione di Palazzo Carafa sia già all’opera per la campagna elettorale che, a mio parere, potrebbe riservarci “strane” sorprese? Se si è consapevolmente contrari a un’opera come il filobus, credo, lo si debba essere sempre. Soprattutto quando la si definisce utile alla città, come ha fatto giustamente la senatrice. Singolare, però, che Antonio Rotundo e Wojtek Pankiewicz concentrino le loro ire verso il sindaco Perrone che – da sempre – ha ritenuto il filobus “un grandissimo errore e una bruttura senza precedenti”. “Il ragionamento che ne deduco – prosegue D’Autilia – e che esprimo con un sillogismo – non fa tornare i conti, perché: se Rotundo e Pankiewicz sono contrari al filobus e Adriana Poli Bortone è favorevole al filobus, Rotundo e Pankiewicz, dunque, dovrebbero essere contro Adriana Poli Bortone.  Perché, allora, non proferire verbo contro la Poli?”“Se tempo fa paragonai Pankiewicz alla Monaca di Monza – che di giorno faceva voto di castità e di notte incontrava gli amanti – oggi –  conclude con sarcasticamente il consigliere della Puglia prima di tutto -dico che Rotundo è Donna Prassede, colei che nei Promessi Sposi accoglie in casa Lucia, apparentemente per motivi caritatevoli, mentre in realtà scambia il bene con quello che è il suo contrario, avendo come obiettivo principale la propria affermazione. “Il suo studio era di assecondare i voleri del cielo, ma – scrive Manzoni – spesso faceva un grosso sbaglio, ch’era di prender per cielo il suo cervello”.

Immediata la replica di Wojtek Pankiewicz che con poche parole esprime la sua posizione.  “Ringrazio per la dedica della canzone. Purtroppo per lui è sbagliata, perché si addice solo a Paolo Perrone nel periodo in cui era vice sindaco e assessore della Giunta Poli Bortone. Egli, infatti, non ebbe mai il coraggio di dissentire su nulla. Anzi… Ecco perché Perrone è coartefice del filobus e coartefice del dissesto finanziario”.“La metafora della Monaca di Monza conclude il Capogruppo Centro Moderato –Partito della Nazione, invece, si addice proprio a lui, che ha tradito l’UdC per trasmigrare nelle braccia di Perrone per la poltrona dell’Alba Service”.

Antonio Rotundo, invece, risponde alla polemica affermando: “Gli insulti di D’Autilia, che dovrebbe solo arrossire per sedere sulla poltrona di Alba service dopo aver cambiato casacca, non meritano alcun commento. Ci auguriamo soltanto che prenda la parola in Consiglio comunale e non scaldi i banchi come ha fatto in questi anni, esaurendo la sua attività nella firma di comunicati scritti da altri”.



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