“Intendo ribadire, in questa sede, la piena integrità morale e professionale di Magistratura e Avvocatura di Lecce, la cui serietà ed affidabilità non sono offuscate dalle recenti vicende giudiziarie“.
Il riferimento è naturalmente all’inchiesta della Procura di Potenza (competente territorialmente) che ha portato nel dicembre scorso all’arresto, tra gli altri, del pubblico ministero Emilio Arnesano e dell’avvocatessa Benedetta Martina.
Il procuratore capo di Lecce, Antonio Maruccia nel corso della cerimonia ha, infatti, sottolineato che “Sono stati gli accertamenti della magistratura requirente di Lecce a dare corso alle indagini“. Inoltre, la magistratura leccese “ha dimostrato di avere gli anticorpi per mantenere alta la tradizione di onestà, serietà, impegno e competenza”.
Maruccia si è, poi, soffermato sull’attività particolarmente intensa “grazie all’apporto dei colleghi che hanno saputo imprimere alla Procura Generale di Lecce, il profilo di un ufficio dinamico e attivo sulla scena giudiziaria”.
I ringraziamenti sono stati rivolti anche all’azione: della Dda, sempre in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata; dell’ufficio gip, con provvedimenti cautelari di grande qualità; della Procura minorile (rivolgendo un grazie particolare al Procuratore Capo Maria Cristina Rizzo che dopo nove anni lascia l’Ufficio); dei Prefetti che hanno contribuito allo scioglimento per infiltrazioni mafiose di alcuni Comuni salentini (Manduria, Sogliano Cavour, Parabita, Surbo); del personale amministrativo; delle forze dell’ordine; degli avvocati del distretto, tra i protagonisti dell’amministrazione della giustizia.
Riguardo alle iniziative in materia di sicurezza giudiziaria, il Procuratore Capo si è soffermato sul progetto della Cittadella della Giustizia, che aveva annunciato l’anno scorso, assieme al presidente della Corte di Appello Roberto Tanisi, sostenendo come l’impegno continui. “È stata predisposta la bozza di accordo per dare avvio concreto alla procedura con l’incarico di stazione appaltante all’Agenzia del Demanio. Ma ora siamo fermi. Manca la firma di questa intesa”. Maruccia ha aggiunto però, che “A fine novembre sono stato accolto dal nuovo Ministro Alfonso Bonafede che si è detto entusiasta del progetto. Ora questa condivisione deve tradursi in atti concreti che siamo fiduciosi, arriveranno”.
Infine, ha citato le indagini più significative svolte quest’anno. Tra di esse i controlli di legalità attivati per gli impianti Tap di San Foca. E poi le indagini sull’assegnazione di case popolari e sul voto di scambio alle elezioni comunali del capoluogo, che assieme a quelle sull’associazione antiracket “hanno disvelato il collegamento tra settori della politica e criminalità organizzata e mafiosa”.
Maruccia ha anche citato un episodio che lo ha colpito particolarmente: “fa veramente male leggere di un appartamento confiscato alle mafie che si voleva assegnare illecitamente al familiare del capo clan, in corrispettivo dei favori ricevuti dai familiari”. E ha concluso l’intervento affermando che bisogna “dare con l’esempio attuazione al principio di legalità. È questo l’impegno che assume l’intera magistratura requirente nell’anno giudiziario che si apre”.
