"Un consiglio composto al 95% da maschi davanti alla sfida della parità di genere fa una retromarcia cavernicola e si chiude nel proprio recinto. Ciascuno dei maschi, non solo della destra, ha usato argomentazioni imbarazzanti contro la parità di genere". Non usa mezzi termini il governatore della Regione Puglia – Nichi Vendola – subito dopo il voto segreto del Consiglio Regionale della Puglia, impegnato nella discussione della legge elettorale regionale. Nettamente affossata, dunque, la parità di genere tanto cara allo stesso Vendola che, indignato, ha addirittura abbandonato l'aula.
Giusto un po' prima, a scrutinio segreto, con 37 voti favorevoli e 22 contrari, il Consiglio aveva approvato la pregiudiziale sull'inammissibilità al voto di tutti gli emendamenti relativi alla doppia preferenza ed alle liste al 50%. Tra i 14 ed i 15 sarebbero stati quei consiglieri della maggioranza di centrosinistra che hanno votato a favore. Un duro colpo, dunque, per il presidente della Regione, il quale aveva già dovuto fare i conti con l'approvazione delle soglie di sbarramento all'8% e al 4% per le liste di coalizione.
“Personalmente posso solo dire che provo imbarazzo dall’atteggiamento di alcuni consiglieri della maggioranza – scrive in una nota stampa il capogruppo regionale PD, Pino Romano – che hanno sfruttato l’espediente del voto segreto, proposto dall’opposizione che voleva ottenere il risultato ottenuto, per non far passare la parità di genere per la quale mi sono sempre battuto". "Quello del centrodestra – continua Romano – è stato un gesto che non ha tradito le aspettative ma che ha confermato dieci anni di opposizione ai diritti civili. Quello di alcuni consiglieri di centrosinistra, invece, è vissuto come un tradimento di cui dovranno dare conto, per quanto riguarda il Partito democratico, al segretario regionale Michele Emiliano ma soprattutto alle donne".
“La Puglia ha perso un’occasione, quello di oggi è un brutto capitolo della storia politica della nostra regione”. Così il senatore Dario Stefàno. “Lo sbarramento all’8% e il no alla parità di genere – prosegue Stefàno – deturpano la norma che attendevamo per poterci presentare al voto di primavera nel miglior modo possibile. Così non è stato. E non è sufficiente dire che si è persa un’opportunità, bisogna agire di conseguenza e io mi auguro che i soggetti politici del centrosinistra lo facciano, perché su questi temi il centrosinistra non può fare un passo avanti e dieci indietro”.
'L'Altra Puglia' la definsce una "legge maggioritaria che restringe ulteriormente la rappresentanza democratica attraverso l'innalzamento della soglia di sbarramento fino all'8 per cento, che equivale al voto di circa 150.000 pugliesi". "Questo innalzamento innaturale delle soglie di sbarramento – prosegue – produce una legge truffa iper maggioritaria assolutamente antidemocratica".
Eleonora Forenza, eurodeputata dell'Altra Europa con Tsipras/gruppo GUE-NGL, eletta nel collegio Sud, dichiara: "L'approvazione della soglia di sbarramento all'8% rappresenta inequivocabilmente la volontà di privare del diritto alla rappresentanza il voto di migliaia di persone. È di fatto un incentivo all'astensione o al cosiddetto voto utile. Una vergogna. Altra vergogna è la bocciatura col voto segreto delle norme paritarie. Il Pd dovrebbe più correttamente chiamarsi partito antidemocratico. E in Puglia più che altrove".
“Una sceneggiata del tutto prevedibile si è consumata nel consiglio regionale pugliese – afferma invece Adriana Poli Bortone dell’ufficio di presidenza di Fratelli d’Italia- An – una commedia con parti già scritte a partire da quella mirabilmente interpretata da Vendola. Se fosse una cosa seria bisognerebbe concludere che Vendola non ha più la maggioranza e che il PD di Emiliano è contro le donne in politica. Ma per dirla in soldoni la verità è che un consiglio regionale che ha eletto al suo interno solo 3 donne su 70 consiglieri non può che partorire una legge maschilista. Con buona pace delle donne di sinistra, che con spirito masochista, continuano a votare SEL e PD".
"La verità è che quella della parità di genere per queste persone è solo una bandiera mediatica da sventolare in campagna elettorale. Chi vuole la parità di genere evidentemente non ha molta stima del sesso femminile". A scriverlo è la candidata governatrice M5S, Antonella Laricchia, che incalza dicendo:"Noi donne non abbiamo bisogno di meccanismi che ci aiutino a essere elette: permettete ai cittadini di esprimere la propria preferenza in totale libertà e le cose cambieranno senza alcuna corsia preferenziale. Non a caso, nel nostro Movimento è stata scelta liberamente una candidata donna mentre nei loro partiti hanno scelto solo uomini. La vera triste notizia è il durissimo colpo alla democrazia pugliese inferta con una soglia di sbarramento all’8% per i partiti che concorrono soli”.
“Abbiamo vinto" dichiara invece il presidente del Gruppo di Forza Italia, Ignazio Zullo, che dichiara: “Una vittoria su Vendola, su Emiliano e su quelli che sono ancorati al consenso elettorale esercitato con l’appoggio dei poteri forti”. "La forza delle idee ha superato la forza dei numeri e siamo diventati noi maggioranza nel mettere in evidenza che proseguire nella votazione sulla doppia preferenza era innanzitutto fazioso, perché il Consiglio regionale si era già espresso a riguardo; ma era anche pericoloso, perché poteva consegnare la politica in mano ai poteri forti di tipo economico e criminale”.
Anche il presidente del Gruppo regionale Udc, Salvatore Negro, esprime soddisfazione per l’approvazione della legge elettorale della Regione Puglia che ha permesso di correggere quella vigente, aderendo alle osservazioni della Corte Costituzionale. “Essere giunti ad una legge approvata a stragrande maggioranza dell’Aula è un risultato politico eccezionale soprattutto dopo un iter tortuoso che ha visto momenti di forte divergenza tra le parti”, ha sottolineato il capogruppo Negro. “Come Udc avevamo presentato degli emendamenti a favore del limite di mandato per i consiglieri ed il Presidente della Giunta e sull’incandidabilità di chi ha già altri incarichi al fine di favorire un rinnovamento continuo e dare sobrietà alla classe politica".