
Come era facilmente prevedibile, le sentenze del Giudice di Pace hanno confermato che il Codice della strada non prevede alcuna norma sanzionatoria in caso di grattino scaduto, condannando al contempo Palazzo Carafa al pagamento delle spese legali sostenute dagli automobilisti ingiustamente multati.
“La conseguenza diretta di tali sentenze è la produzione per il Comune di un danno erariale certo del quale dovranno essere chiamati a rispondere coloro i quali hanno posto in essere comportamenti non consentiti”, tuona il Consigliere Comunale PD Antonio Rotundo. “E si attendono ancora le determinazioni sui ricorsi da parte della Prefettura che – prosegue – nella nota di diffida inviata a suo tempo al Comune, ha detto chiaramente che si sarebbe attenuta alle direttive ministeriali, che escludono l'applicazione della sanzione”.
Si tratta, dunque, di un’attività sanzionatoria del Comune palesemente illegittima che danneggia economicamente i cittadini con atti arbitrari. Circa un anno fa, peraltro, l’opposizione della Giunta Perrone scese in piazza assieme alle associazioni dei consumatori onde sollecitare gli amministratori leccesi a prendere provvedimenti. “Configurano un vero e proprio abuso – dice sempre Rotundo – che in quanto tali vanno immediatamente fermati, considerato che la loro unica ratio è quella di fare cassa”.
L'invito allora è quello di uscire dal “pasticcio” revocando per autotutela la delibera N° 617 del 31 luglio 2014, ripristinando così quell'avviso bonario “che aveva dato buona prova di sé negli anni in cui è stato applicato e che al contrario della sanzione è una equa ed equilibrata verso quegli automobilisti che lasciano il proprio veicolo in area a strisce blue oltre l'orario indicato nel titolo di pagamento”, conclude Rotundo.