Parto indolore h 24 in Puglia? L’epidurale è nei LEA, ma la discriminazione continua

La delibera regionale che recepisce le disposizioni nazionali e dà il via al progetto della parto analgesia garantita a tutte le donne 24 ore su 24, tarda ad arrivare. Ci sono tempi tecnici da attendere ”“ ha spiegato l”™assessore regionale Elena Gentile . Intanto, la battaglia co

Ci eravamo lasciati con una bella notizia: la parto analgesia è finalmente inserita nei L.E.A. (livelli essenziali di assistenza) su disposizione della commissione nazionale, riconoscendo così anche alla Puglia il diritto di applicazione. Da più parti i commenti di giubilo si sono levati, partendo dall’assessore regionale alla Sanità, Elena Gentile, alla presidente Pd della provincia di Lecce, Paola Povero, la quale, da operatore sanitario, svolge attività professionale presso il Vito Fazzi di Lecce.

Una buona notizia, certo. Peccato, però, che ad oggi nulla si muove. Nonostante la disposizione nazionale, prosegue l’assurda diseguaglianza nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Capoluogo salentino, tra partorienti che urlano di dolore per il travaglio e altre che vivono la stessa situazione in totale serenità e benessere; tra coloro che non possono permettersi 900 euro per ricevere l’epidurale e coloro che, invece, possono metter mano al portafoglio – nello “sventurato caso” di partorire nel weekend o dopo le 20. Ma sia in un caso che nell’altro il paradosso è palese: se l’ingiustizia è alquanto evidente per colei che non ha la disponibilità economica di pagare una somma tanto elevata, lo è anche, in una diversa sfumatura, per colei che può farlo. Sì, perché sembra assurdo passare una mattinata intera nella struttura ospedaliera presso cui, a distanza di un mese circa, si partorirà, per fare analisi, colloqui con gli anestesisti e trafile tipiche della struttura pubblica, per poi, se non si realizzano le condizioni ideali, dover sborsare una somma di denaro che per tante non rappresenta nemmeno un mese di stipendio. Per cosa? Per i ritardi della politica o della burocrazia?

Alcuni operatori del corpo ospedaliero leccese –  su proposta proprio di Paola Povero – hanno presentato tempo fa una richiesta alla Direzione Sanitaria, chiedendo che le partorienti siano chiamate a pagare un ticket minimo per garantire a tutte la parto analgesia. Ma parliamo pur sempre di circa 150/200 euro per ottenere una prestazione che ormai, per i paesi civili, rappresenta un diritto per il bene della donna e del suo bambino. La proposta, comunque, si è conclusa in un nulla di fatto. Nonostante i dettati a livello nazionale, il personale medico attende l’ok e tutte le disposizioni tecnico-pratiche per attuare anche presso il Vito Fazzi di Lecce il parto indolore.

Il direttore Asl Lecce, Valdo Mellone, si è detto più volte ben disposto a vincere la scommessa: sì perché ogni Asl, all’indomani della delibera regionale, sarà chiamata a fare i conti con la copertura finanziaria a disposizione. Una scommessa, insomma, che va vinta. Il blocco, alla luce dei fatti, pare esserci a Bari, la delibera regionale non arriva e senza di essa nulla può cambiare.

Raggiunta al telefono, l’assessore Elena Gentile garantisce che l’iter è già avviato e, al momento, la priorità è inserire nell’atto deliberativo quanti più ospedali possibile per estendere il diritto al parto indolore a tutto il territorio. Quello che occorre garantire, tra le altre cose, è la preparazione del personale attraverso corsi formativi essenziali per offrire un servizio garantito e professionale. La tempistica per dare il via al progetto, l’assessore spera sia di due mesi. “L’assessore Gentile è una persona combattiva – ci spiega la presidente provinciale del Pd Paola Povero – e lo ha dimostrato già da assessore al Welfare. Bisogna vincere questa battaglia e le premesse ci sono tutte”.

E’ vero, qualcosa si muove, ma, al momento, chi sta per partorire può soltanto incrociare le dita.



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