Ieri mattina il filobus ha fatto nuovamente parlare di sé. Nei pressi della rotatoria per Brindisi è accaduto un piccolo inconveniente che ormai è diventato di dominio pubblico in città: l’autista è dovuto scendere dalla vetturina per risolvere un piccolo problema tecnico (leggi).
L’ilarità non si è fatta attendere non solo nei commenti di chi da sempre si è dichiarato contro l’opera pubblica che ha conosciuto un ritardo di più di 4 anni, come il centrosinistra cittadino, ma anche di chi sul web, tra face book e blog, ha voluto ricostruire la vicenda con umor, inneggiando alle bizze di spiderman o al puro desiderio da parte dell’autista di “fare un inchino al gestore del bar commercio” (ricordando una vicenda ben più grave).
La SGM si è vista così costretta a fare chiarezza sulla ridda di leggende metropolitane che stanno fioccando in rete. Il presidente Gianni Peyla comincia da quello che è realmente successo: “Il semaforo che sovrintende alla direzione del filobus (posizionato sulla strada ma manovrabile o con il telecomando o direttamente da un pulsante sul mezzo) – spiega Peyla – era settato, erroneamente, sulla svolta a destra verso Viale Foscolo e non su quella, corretta, a sinistra verso Viale Calasso. L’autista, distratto dall’elevato traffico, non si è accorto per tempo dell’impostazione sbagliata sul semaforo e, all’altezza dello scambio, le aste si sono staccate dai fili. È un semplicissimo inconveniente che può succedere e che è stato risolto nel giro di un minuto al massimo. Mi viene da ridere quando sento e leggo ricostruzioni, secondo le quali si sarebbero “ingarbugliati” i fili, perché, senza essere dei tecnici, basta sollevare lo sguardo e osservare come sono fatti per capire che non si possono certo ingarbugliare”.
La seconda ricostruzione vorrebbe, poi, che il filobus fermo abbia creato un ingorgo tale da far intervenire a posta i vigili urbani. “Niente di più falso, anche in questo caso – continua il presidente di SGM – perché l’ingorgo era dovuto alla fila di macchine in attesa di poter fare rifornimento al distributore su Viale Foscolo, che era fra i pochi in cui c’era il carburante. Un ingorgo tale da aver richiesto la presenza dei vigili urbani per indirizzare il traffico delle auto e dei mezzi pubblici provenienti da Viale De Pietro, da Viale Calasso e dalla Superstrada per Brindisi. I vigili e l’ingorgo, quindi, erano già presenti prima che si verificasse l’inconveniente della fuoriuscita delle aste dai fili».
“Siamo ormai abituati – conclude Peyla – alle facili ironie sul filobus, ma anche la satira deve avere almeno un fondo di verità. Tutto quello che sta circolando in Rete, invece, su questo sfortunato incidente poggia su ricostruzioni a dir poco fantasiose e mi meraviglio di chi, come alcuni autorevoli esponenti istituzionali del centrosinistra, abbia voluto cavalcare questa assurda polemica, facendo anche discutibili battute (il riferimento è all’on. Teresa Bellanova che ha dichiarato “Proprio quando gli inquirenti sembravano ad un passo dal trovarne il bandolo, la matassa del filobus si è intricata ulteriormente. Chissà se si può configurare un tentativo estremo, e oltremodo grottesco, di inquinamento delle prove”).
“Io capisco che siamo in periodo di campagna elettorale – conclude Peyla – ma mi auguro che ci si confronti sui fatti concreti, non certo su sciocchezze come questa. A chi, poi, scrive e sostiene che il filobus viaggerebbe vuoto, chiedo quali siano le loro fonti, visto che noi abbiamo numeri e documentazione, che renderemo pubblici fra qualche giorno, di un incremento sostanziale nel numero di passeggeri della filovia cittadina, soprattutto in determinate fasce orarie. Chi sostiene il contrario, in base a cosa lo dice?».