Non sarà portata alcuna variante all’attuale progetto, sebbene si parli di ‘miglioramenti aggiuntivi’ per i quali servirà – molto probabilmente – un altro bando. Argomento riguardante l’appalto per la costruzione del “Nuovo Fazzi” vinto dal consorzio Ccc di Bologna col 36,05% di ribasso. Nei giorni scorsi il direttore generale della Asl di Lecce, Giovanni Gorgoni, chiarì che eventuali miglioramenti in corso d'opera "sono possibili e avranno come obiettivo quello di rendere la struttura perfettamente funzionale” e quindi i lavori del Dea (il dipartimento di emergenza e accettazione) andranno avanti.
Dopodiché, Lunedì mattina ecco avvenire l’attesa convocazione del responsabile unico del procedimento (Rup), l’ingegnere Fiorenzo Pisanello. Quest’ultimo ha relazionato sulle cause dei ritardi. Gorgoni sa bene, come egli stesso ha sottolineato, che “un Dipartimento di Emergenza e Accettazione deve rispondere a precisi requisiti”, con riferimento alla presenza di una superficie per l’elisoccorso, di un collegamento fra le strutture esistenti per la movimentazione dei pazienti e della messa in sicurezza dell’intero Polo sanitario.
E per questo, ha aggiunto il direttore “abbiamo i margini finanziari e di legge per fare miglioramenti al progetto se, come abbiamo già verificato, si rendono necessari”. “Questo non significa – precisa – che sospenderemo i lavori, ma questo territorio non ha bisogno di un altro servizio sanitario nato per l'ennesima volta già monco”. Ma il Dea – spiega in una nota l’associazione ‘Salute Salento’ – è nato monco non certo perché qualcuno abbia dimenticato qualcosa o per superficialità nella progettazione. Bisogna specificare che coi soldi del finanziamento ricevuto non era possibile includere anche elipista, collegamenti, implementazione dell’area, recupero posti auto e quant’altro.
Un finanziamento considerato insufficiente per completare l’opera, tanto che sarebbe servita una nuova tranche di risorse, portando l’intervento ai 130 milioni richiesti in prima battuta (decurtati poi a 117). Era stata prevista l’acquisizione di tutte le aree oggi destinate a fasce di rispetto e di “inedificabilità” assoluta lungo il perimetro esterno del Fazzi. Tanto che nel muro di cinta è ancora oggi visibile un cancello-varco
Purtroppo in questi anni, dal 2007 al 2015, pare che non via sia stata alcuna richiesta di finanziamenti. A farsi carico di questo impegno, sempre secondo chi conosce la storia del Dea, doveva essere l’amministrazione sanitaria. Ma il vorticoso succedersi di assessori e direttori generali in questi 7 anni non ha garantito la necessaria continuità all’azione amministrativa. Si è dunque perso il filo del finanziamento organico, con la legge sull’edilizia sanitaria ex art. 20.
Fonti bene informate ritengono che probabilmente, dopo l’incontro di Gorgoni con il Genio civile, si procederà con la richiesta al Prefetto di espropriazione di una fascia adiacente il perimetro del “Vito Fazzi”, che verrebbe così ampliato proprio per ospitare la nuova elipista e il recupero di mille posti auto. Quanto al collegamento fra le tre strutture, già con l’ex direttore Valdo Mellone, nel corso di un sopralluogo del 24 novembre scorso, venne ipotizzato un raccordo aereo fra Oncologico e Dea al livello del terzo piano. Un altro collegamento dovrebbe essere realizzato al piano strada tra Fazzi, Dea e, a seguire, Oncologico.