Porto Cesareo cambia pelle. O meglio, cambia ‘sabbia’: presto il ripascimento delle spiagge

Il Ministero dell’Ambiente recepisce il documento programmatico di Area Marina Protetta, Comune e stabilimenti balneari. La località jonica di Porto Cesareo risulta praticamente prima in Italia. Presto i finanziamenti. il sindaco Albano:’Un altro tassello strategico’.

La costa di Porto Cesareo cambia pelle. O meglio, cambia sabbia. Ciò grazie ad un documento programmatico innovativo, primo in Italia, che prevede specifici interventi di ripascimento delle spiagge colpite da erosione e mantenimento dei cordoni dunali esistenti. L’importante strumento nasce dalla sinergia tra Area Marina Protetta, Comune di Porto Cesareo e stabilimenti balneari, e dà seguito agli studi effettuati sul territorio negli ultimi anni da geologi e tecnici specializzati, con il monitoraggio costante del piede dunale e della linea di costa. “Un altro importante tassellocommenta il sindaco di Porto Cesareo, Salvatore Albano –  è stato posto in maniera strategica, a pochi giorni dall’approvazione definitiva del Piano Comunale delle Coste, per cui siamo in dirittura d’arrivo. La nostra costa, una delle più belle d’Italia, patrimonio d’inestimabile valore, deve essere preservata, difesa, curata”.
 
Individuate le cause dell’erosione, è su di esse che si dovrà intervenire per bloccarle in tempo, e non ex post, come è stato fatto finora. Il contenuto del documento programmatico, illustrato all’Autorità di Bacino della Regione Puglia e al Ministero dell’Ambiente, ha ottenuto riscontri positivi poiché nettamente in anticipo sulle linee guida nazionali, tanto da costituire un precedente anche perché del tutto ecocompatibile. Il lavoro di squadra premia. “Il documento – spiega Remì Calasso, presidente dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo – è un esempio concreto di sinergia tra enti e privati, finalizzato a contrastare in maniera reale e condivisa l’erosione, trovando soluzioni ecocompatibili in linea con i vincoli di Amp, Parco Regionale e Piano delle Coste”.
 
Primo step, la chiusura dei varchi urbani. Ventotto le strade censite sulla costa cesarina con accesso diretto al mare. Durante l’inverno il vento spostando la sabbia dalle spiagge, ne accelera la dispersione attraverso i corridoi delle strade e si perdono tonnellate di materiale. Occorre quindi bloccare il fenomeno con interventi di riqualificazione anti erosione, come hanno già provveduto a fare alcuni stabilimenti balneari della zona con fondi propri. La prima naturale per bloccare l’azione del vento, sarà costituita da piante e alberi autoctoni, mentre il collegamento tra spiagge e strade sarà costituito da camminate e staccionate ecocompatibili (cfr foto in allegato, interventi privati in stabilimento balneare).
 
Secondo step, invece, la chiusura dei varchi dunali. I sistemi dunali rimasti sulla costa, sono soggetti all’azione antropica del passaggio diretto su di essi. Porto Cesareo è il primo comune d’Italia ad aver utilizzato le biomasse vegetali per chiudere i varchi e proteggere i giganti sabbiosi della costa. Si utilizzerà infatti la Posidonia, alga che si deposita in grosse quantità sull’arenile, segno del buon stato di salute del mare, come barriera protettiva.
Il Ministero dell’Ambiente, dopo aver convocato le parti e visionato il documento programmatico in questione, ha manifestato la volontà di realizzare progetti pilota proprio con Porto Cesareo, convogliando adeguati fondi per dare corpo ai contenuti dell’accordo.
 
Stesso impegno da parte dell’Autorità di Bacino, al fine di attrarre fondi regionali.
 
Siamo davanti all’esempio realedichiara Mauro della Valle, presidente di Federbalneari di come sia possibile, oltre che fondamentale e proficuo, coniugare gli interessi della comunità con quelli delle imprese, lavorando sodo tutti insieme verso un obiettivo comune”.



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