Lo scorso settembre giunse direttamente il premier Matteo Renzi nel capoluogo salentino, presso il teatro “Politema Greco”. Stamattina, invece, è toccato alla Senatrice Anna Finocchiaro – Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato – approdare a Lecce per sostenere la Riforma Costituzionale ed il “sì” al Referendum confermativo del prossimo 4 dicembre. L’occasione è stata un incontro avvenuto presso l’Hotel Patria, dialogando assieme al Senatore Giovanni Pellegrino, Presidente del Comitato Provinciale “Salento per il Sì”. “Sono stati potenziati gli strumenti di democrazia diretta – sostiene la sen. Finocchiaro davanti ai giornalisti presenti –, la procedura delle elezioni del Presidente della Repubblica è stata resa più complessa alzando la soglia di maggioranza e facendo contare di più le minoranze. Inoltre, ci potrà essere un giudizio preventivo di legittimità sulla legge elettorale”.
“Francamente alcune critiche mi sembrano ingiustificate – prosegue –, nei decenni scorsi l’argomentazione ha sempre riguardato la riforma del Senato, il superamento del bicameralismo perfetto e la consegna di maggiore affidabilità ai governi dando la fiducia soltanto alla Camera. E al contempo si diceva ci fosse bisogno di una legge maggioritaria che non stravolgesse i rapporti tra le forze politiche del paese, ma al contrario consentisse di governare con tranquillità”. “Rendere stabili i Governi – ribadisce il concetto Anna Finocchiaro – è assolutamente importante per un paese che intende crescere nella sua competitività. Dall’altra parte, fa in modo che la decisione politica, per tradursi in legge, possieda un procedimento più snello. E poi abbatte il conflitto Stato-Regioni, che ancora una volta rallenta la decisione politica. Del resto, il conflitto davanti alla Corte richiede tempo, sia che si tratti d’una legge della regione, sia d’una legge dello stato”.
“E tra l’altro – continua – la rappresentanza delle Regioni e dei Comuni sarà nelle sede più autorevole di una democrazia parlamentare, cioè un ramo del Parlamento. Se dovesse vincere il “NO” Renzi lascerà? Questo non so dirlo, ma mi pare che anche tra gli avversari politici si sia ormai convenuto che qualora accadesse il Governo resterebbe al suo posto. Non credo sia questo, però, il tema. Meglio sganciare la questione referendaria da quella politica. Una riforma inseguita da trent’anni, dal centrosinistra e non solo”.
“Una riforma che serve pure a corroborare l’affidabilità del nostro sistema – conclude – rispetto a quelli che sono i patti per un paese pronto ad investire su sé stesso in termini di riforme, stabilità, efficienza e soprattutto capacità di rispondere in breve termine alle esigenze dei cittadini e delle imprese”.