Ce l’hanno a tal punto con Michele Emiliano che, pur di vederlo perdere alle prossime elezioni regionali in Puglia, sarebbero disposti a fare la pace, rimettersi insieme – dopo essersele dette di santa ragione – e scendere in campo con un loro candidato presidente.
Stiamo parlando di Carlo Calenda, fondatore di ‘Azione’ e di Matteo Renzi, già Presidente del Consiglio e leader di Italia Viva, la formazione al Governo della nazione con Pd, M5S e Leu ma in perenne contrasto con i provvedimenti dell’esecutivo.
No, non pensano di vincere le prossime regionali pugliesi, ma sono convinti di far inciampare il Governatore uscente e di togliergli quei voti utili alla vittoria. Loro che con il magistrato in aspettativa hanno battagliato e litigato su tutto, da Ilva a Tap, dalla Banca Popolare di Bari alle politiche di contrasto sulla xylella passando per la gestione delle politiche sanitarie.
Non vedono l’ora Renzi e Calenda di ricambiare ad Emiliano le cortesie ricevute dal presidente della regione Puglia quando entrambi ricoprivano ruoli di Governo e si vedevano attaccati da quel governatore che avrebbe dovuto, invece, concordare con loro, appartenendo allo stesso schieramento politico.
Solo le prossime giornate diranno se la “minaccia” dei due ad Emiliano è un’arma spuntata che non verrà mai agitata oppure un progetto politico che prende il suo avvio. Difficile, però, che in un territorio che non li vede radicati i due si cimentino in una sfida elettorale al termine della quale sarebbero identificati con un numero, con una percentuale.
Se le cose per loro e per il loro candidato non dovessero andare bene rischierebbero di scoprirsi troppo davanti agli alleati di Governo, facendo venire meno quel potere di pungolo che adesso Renzi esercita dall’interno e Calenda dall’esterno.
Per il momento, però, promettono di scendere in campo. A loro delle Primarie appena svoltesi in Puglia che hanno decretato il trionfo di Emiliano, interessa poco o nulla. Il senatore toscano è rimasto defilato sullo sfondo e Calenda ha appoggiato più o meno convintamente Amati. Poca roba, tranne le parole al vetriolo del leader di Azione contro il Goveratore sceso in campo. Adesso i due giocano a darsi di gomito, a spaventare l’attuale presidente che si ricandida. Si lanciano messaggi su twitter.
Il tweet
Matteuccio bello però tocca che rispondi al telefono se vogliamo fare questa roba. Che devo fare, chiedo intercessione a Obama? Su diamoci una mossa. https://t.co/86oHyMHxL2
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) January 14, 2020
Gli elettori di centrosinistra, però, non l’hanno presa bene. Li rimproverano di sfasciare la coalizione, di rimettere in partita Raffaele Fitto, di giocare per la Lega e quindi di spingere Matteo Salvini.
I due, forti delle proprie idee, tirano dritto. Solo il tempo dirà a che gioco stanno giocando. Emiliano non li teme, i voti se li cerca in maniera trasversale perché sa che dal proprio schieramento potrebbe ricevere qualche sgambetto. Staremo a vedere.