Riforma ‘La Buona Scuola’, anche a Lecce studenti in piazza

La manifestazione leccese, che per la verità non ha visto una massiccia partecipazione da parte di studenti e professori, è stata organizzata dall’Unione degli studenti salentini che hanno invitato anche i docenti a partecipare al corteo

Una protesta per dire no alle riforme del Governo Renzi, ad una in particolare: quella che riguarda l’istruzione, quella conosciuta meglio come “La Buona Scuola”. Studenti medi ed universitari salentini si sono ritrovati questa mattina alle 9.30 a Lecce, nei pressi di Porta Napoli. Il corteo si è poi snodato lungo i principali viali cittadini, toccando anche viale Calasso fino ad arrivare a Piazza Bastione, proseguendo lungo viale De Pietro e viale XXV Luglio ed infine imboccando via Trinchese per terminare in piazza S. Oronzo.

Gli studenti salentini hanno quindi aderito alla giornata di sciopero nazionale organizzata in più di 30 città italiane tra cui Roma, Milano, Trieste, Napoli, Catania, Cagliari  appunto Lecce. La manifestazione è stata programmata proprio nel giorno in cui il Consiglio dei Ministri dovrebbe riesaminare il ddl. La riforma della scuola è una priorità del governo, come ha sottolineato più volte il primo ministro Matteo Renzi, ma permane ancora un dubbio riguardo il massiccio piano di assunzioni degli insegnanti precari; ancora non si sa se esso verrà inserito nel disegno di legge che comprende la parte relativa all’autonomia scolastica e alla didattica, oppure se prenderà la forma di un decreto legge.

La manifestazione leccese, che per la verità non ha visto una massiccia partecipazione da parte di studenti e professori (in linea con quanto sta accadendo in tutta Italia), è stata organizzata dall’Unione degli studenti salentini che hanno invitato anche i docenti a partecipare per non essere complici di una legge che li metterebbe uno contro l’altro, come sostengono i contestatori del Ddl. Questi ultimi contestano in maniera categorica la legge che il governo sta per varare e che, a loro dire, “manda a casa la scuola pubblica”, in favore di quella privata. Condizione questa che aumenterebbe il divario tra chi può e chi non può, tra ricchi e poveri.

Oltre a questa netta distinzione tra scuola pubblica e privata, secondo gli studenti ci sono altri due elementi contraddittori de “La Buona Scuola” così come ribadiscono ai nostri microfoni: “Questa legge scellerata coinvolgerebbe un preside, che ora potrebbe essere paragonato ad un manager d’azienda, il quale dovrebbe al contempo gestire l’Istituto e fare di tutto per pubblicizzare la scuola e raccogliere fondi. La “Buona Scuola” andrebbe inoltre ad esaltare il modello di valutazione invalsi esportandolo anche alle scuole paritarie (facendole quindi finanziare sempre di più dallo Stato in barba all’articolo 33 della Costituzione) alimenterebbe la competizione tra docenti con gli aumenti di stipendi impartiti dai presidi e renderebbe gli stage formativi degli Istituti tecnici e professionali del semplice lavoro sfruttato sulla base di quelli tedeschi”.

I promotori della manifestazione, infine, lanciano una proposta alternativa, lanciata in tutta Italia, chiamata Lip: “Non resteremo con le mani in tasca – sostengono i promotori della manifestazione – e non accetteremo che la scuola diventi un’azienda comandata da presidi-manager, non accettiamo i fondi alle scuole private e i tagli a quelle pubbliche, non accettiamo la valutazione attraverso la meritocrazia e non accettiamo una riforma anti democratica che non tiene conto delle reali necessità delle scuole. Il nostro dissenso non si limita alla protesta, siamo pronti a lanciare una proposta alternativa alla Buona scuola attraverso la Lip, una legge di iniziativa popolare che si prefigge di costruire una scuola pubblica, laica, solidale, inclusiva e democratica”. 



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