La Legge Delrio sul riordino dell’Ente Provincia ha gettato nello scompiglio i territori, e di questo ne abbiamo abbondantemente parlato. Le Province si sono trovate all’improvviso nel limbo del cambiamento e nella difficoltà seria di orientamento nello svolgimento delle funzioni.
In Puglia le problematiche sono state tante e soltanto qualche giorno fa la Regione ha adottato la Legge sul riordino dei servizi e delle funzioni non essenziali delle Province, in applicazione di quanto disposto dalla Legge Delrio n. 56 del 2014. Dovranno trascorrere inevitabilmente ulteriori tempi per l’effettiva esecuzione, anche alla luce dei principi affermati dalla Corte Costituzionale circa la provvista finanziaria delle funzioni attribuite ad altri Enti. Insomma, un ritardo di circa un anno e mezzo rispetto ai termini di legge.
Proprio per questo motivo il Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, ha presentato il conto alla Regione Puglia per i ritardi accumulati e ha diffidato il Ministro per gli Affari Regionali ad emanare il decreto di liquidazione delle spese rimborsabili alla Provincia di Lecce che continua ad esercitare funzioni estranee alle proprie competenze istituzionali sempre in attesa del riordino che faceva carico alla Regione Puglia.
Con due ricorsi, uno al TAR Lecce e l’altro al TAR Lazio, a cura dell’avv. Pietro Quinto, il Presidente Gabellone, lamenta un esborso indebito di circa 13 milioni di euro, che, allo stato, impedisce all’Ente Provincia di chiudere il conto consuntivo 2015 ed approvare il bilancio di previsione 2016. E il credito è destinato ad aumentare nella contabilità a consuntivo.
La Legge Delrio, nella prospettiva della soppressione delle Province, ha ridefinito il ruolo degli Enti stessi ai quali è stato riservato un numero limitato di funzioni fondamentali. In attesa del completamento del disegno della riforma costituzionale, la Provincia era chiamata a svolgere anche le funzioni che non le spettavano, pur essendo privata delle entrate previste dal vecchio ordinamento.
Da qui, come spiegano dallo studio Legale Quinto “Dopo un primo Accordo, che obbligava le Regioni a dare attuazione al riordino delle competenze entro il 31 dicembre 2014, a fronte della persistente inadempienza delle Regioni, il Governo, con apposito decreto legge, fissava il termine ultimo del 31 ottobre 2015. In tale decreto era stato previsto che le Regioni inadempienti – tra le quali v’è la Regione Puglia – avrebbero dovuto versare le somme corrispondenti alle spese sostenute dalle Province per l’esercizio delle funzioni non fondamentali, così come quantificate e liquidate con decreto del Ministro per gli Affari Regionali, da adottare entro il 31 ottobre 2015”.
Dopo un lungo silenzio, oggi la Regione ha varato il tanto atteso provvedimento legislativo. Ma da qui a liquidare le spese ce ne passa. “A fronte di tali inadempienze v’è una spesa documentata della Provincia di Lecce e richiesta con nota inviata alla Regione Puglia per un importo di 12.995.650 euro. La gravità della situazione economico-finanziaria dell’Ente ha fatto perdere la pazienza al Presidente Gabellone che ha dato mandato all’Avv. Quinto di esperire tutte le opportune azioni giudiziarie per recuperare il credito vantato”.
Il primo ricorso è rivolto contro la Regione Puglia, inadempiente – secondo il ricorrente – all’obbligo di legiferare il riordino delle funzioni e del personale sia rispetto alla data del 31 dicembre 2014 e sia rispetto all’ultima data del 31 ottobre 2015.
“La domanda della Provincia – come chiarisce l’Avv. Quinto – è a titolo risarcitorio e non può essere corrispondente, allo stato, ad un integrale rimborso, mancando il decreto di liquidazione di competenza del Ministero. Ed è per questo che, con un secondo ricorso al TAR del Lazio, la Provincia ha censurato anche l’inadempienza del Ministro Affari Regionali con la richiesta della nomina di un Commissario per l’emanazione del decreto che doveva essere emanato il 31 ottobre 2015, e che deve quantificare le somme che le Regioni inadempienti avrebbero dovuto versare alle province entro il 30 novembre per l’anno 2015 ed entro il 30 aprile per gli anni successivi. Si tratta di un silenzio-inadempimento correlato alla scadenza del termine che lo stesso Governo si è dato con un provvedimento legislativo”.
Anche con riferimento a funzioni non fondamentali non tutto sembra chiaro. V’è contrasto anche sulla gestione dei Musei e delle Biblioteche di proprietà dell’Ente Provincia, considerati «gioielli di famiglia», gestione, che, nella Legge regionale viene rivendicata dalla Regione. Tale pretesa è stata contestata dal numero uno di palazzo dei Celestini perché non troverebbe copertura legislativa. E ci risiamo. Da qui lo studio Quinto non esclude un ulteriore contenzioso in merito.