Sciopero generale nazionale, Gabellone nega la sua assenza

Il presidente della provincia di Lecce, Antonio Gabellone smentisce le voci circa una sua assenza alla manifestazione di domani. Il segretario generale della Uil, Salvatore Giannetto ribadisce i motivi dello sciopero.

Jobs Act e Legge di Stabilità: sono questi due i motivi principali per cui, domani venerdì 12 dicembre, in tutte le piazze d’Italia, sindacati e lavoratori si ritroveranno per protestare contro le decisioni del governo Renzi. Riforme che non piacciono ai rappresentanti sindacali, quindi, come torna a ribadire il segretario generale della Uil Lecce, Salvatore Giannetto.

“Le scelte del Governo – commenta Giannetto – non ci soddisfano: si tolgono diritti ai lavoratori, si premiano tutte le imprese, anche quelle licenziano o che non investono, e il risultato è un economia stagnante e un tasso di disoccupazione sempre alto. Per questovenerdì 12 dicembrepartecipiamo allo sciopero generale indetto a livello nazionale da Uil e Cgil e saremo in piazza insieme a tanti lavoratori, giovani e pensionati del Salento per ribadire la nostra contrarietà alle manovre del Governo Renzi. Il nostro non è uno sciopero indetto per far cadere il Governo, ma per dare una scossa a questo Paese che oggi è in piena fase di regressione – ribadisce il segretario Giannetto – Non si può governare bypassando le forze sociali e chi rappresenta gli interessi dei più deboli ed è per questo che scendiamo in piazza: non possiamo assolutamente accettare le decisioni di un Governo adottate sulla base della piattaforma di Confindustria, decisioni che non vanno certamente a risolvere i problemi dei dipendenti, dei pensionati, dei giovani e delle persone meno abbienti”. 

I rappresentanti sindacali leccesi hanno invitato alla manifestazione di domani anche tutti i sindaci della provincia di Lecce e il presidente della Provincia, Antonio Gabellone. Nelle scorse ore, proprio riguardo alla presenza di quest’ultimo, si era paventata l’ipotesi di una sua assenza. Il presidente però ha smentito senza mezze misure queste voci e ha voluto chiarire come la sua presenza sia necessaria, oltre che doverosa, in quanto primo rappresentante della Provincia.
“Apprendo solo dalla visione di servizi televisivi – dichiara – di essere incerto sulla partecipazione e sull'adesione allo sciopero generale indetto dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali. Ebbene tale indecisione non è assolutamente veritiera e non risponde alla mia ferma volontà di essere in prima fila, in quella occasione, per ribadire come le politiche dissennate del governo Renzi stiano dissolvendo la coesione sociale di questo Paese e minando alla base i diritti sociali e del lavoro di migliaia di professionalità lavorative, tanto nel pubblico quanto nel settore privato”.

“Essere in prima fila allo sciopero generale – conclude – è però anche un dovere di correttezza istituzionale, il dovere di rappresentare da Presidente della Provincia le incertezze e le paure di centinaia di dipendenti dell'Amministrazione, incerti sulla loro collocazione e sul loro futuro davanti alle ipotesi neanche tanto malcelate di chiudere gli enti nel prossimo futuro. Inimmaginabile, anche solo in virtù di questo scenario e di questo dovere istituzionale, che io venga meno a rappresentare la voce della Provincia in tale occasione”.



In questo articolo: