Un nuovo sit in per chiedere che i tavoli vengano riaperti e il dialogo riparta al fine di trovare soluzione ai disagi che i lavoratori Alba service stanno vivendo da troppo tempo. La scure dei tagli agli Enti e il riordino delle Province stanno facendo vedere tutti gli effetti nefasti che ci si aspettava: lavoratori dal futuro incerto e famiglie sull’orlo della crisi.
I lavoratori Alba service li avevamo lasciati quando, nel corso del mese, hanno invitato politici e cittadini a non dimenticare la precarietà della loro posizione nonostante le vacanze e gli eventi estivi, che spesso agiscono come fumo negli occhi facendo temporaneamente dimenticare i problemi che attanagliano la società civile. Oggi passano di nuovo all’attacco e i dipendenti della partecipata della Provincia di Lecce si riappropriano del marciapiede su cui si aprono gli uffici della Prefettura di Lecce.
“Lo stipendio continua a non arrivare dal mese di maggio – ci spiegano i lavoratori sotto le bandiere sindacali dei Cobas – chiediamo almeno qualche anticipo e che il tavolo regionale si riapra perché non ce la facciamo più”. Un appello quanto mai disperato e attuale visto che, alla vigilia della riapertura delle scuole ad esempio, i disagi rischiano di farsi sentire se i dipendenti Alba service non vengono messi nella condizione di garantire tutti i servizi previsti da statuto.
In queste ore c’è attesa per comprendere se una delegazione di operai potrà incontrare il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, e cercare la luce in fondo al tunnel. Sperando che non sia di nuovo necessario che i lavoratori ritornino sui tetti per protestare e farsi sentire, e non si riapra il gioco del rimpallo tra via Capruzzi e palazzo dei Celestini, un gioco allo scarica barile che non fa bene a nessuno. Proprio a nessuno.
Con i lavoratori Alba service quelli della Nuova Salento Energia per i quali si spende anche il consigliere regionale del Pd, Ernesto Abaterusso “Non posso non nascondere la mia preoccupazione per la sempre più vicina possibilità di licenziamento di 20 dipendenti della Nuova Salento Energia. Parliamo di lavoratori che da giugno sono stati collocati in ferie forzate e ai quali già da tempo è stata chiesto il sacrificio di ridurre le ore di lavoro. Dopo il danno però è arrivata anche la beffa con l’avvio delle procedure di licenziamento”. E ancora.
“E se le cronache ci hanno raccontato che a niente sono serviti fino ad ora i tavoli di concertazione, ultimo in ordine di tempo quello dello scorso 28 agosto presso la Confindustria, è chiaro che questa situazione, in un momento di crisi come quello che sta attraversando il nostro paese, deve imporci una riflessione e un’assunzione di responsabilità perché il Salento, già abbastanza sofferente, non può permettersi di perdere anche questa battaglia”. “Mandare a casa 20 lavoratori – conclude Abaterusso –vorrebbe dire rischiare di far cadere in una crisi senza ritorno una società che dovrebbe riuscire ad autofinanziarsi e soprattutto rischiare di non essere più in grado di garantire quei servizi fondamentali che la Nuova Salento Energia svolge da anni.Non c’è più tempo da perdere, quindi, perché il 28 settembre è dietro l’angolo”. In ultimo l’appello al governatore di Puglia “Bene ha fatto il Presidente Emiliano a porre come priorità il completamento della riforma a cui questa vicenda è legata. Adesso però lo invito a prendere di petto la situazione e a chiudere, una volta per tutte, il cerchio sul testo di riforma delle Provincie evitando così l’apertura di nuove falle. I diversi soggetti interessati quindi facciano la loro parte e lo facciano in fretta avendo a cuore le sorti di questi dipendenti e con la consapevolezza che coloro che si occupano della cosa pubblica hanno il sacrosanto dovere di fare tutto ciò che è in loro potere per tutelare il lavoro e dare così alle persone la speranza in un futuro migliore”.