Il progetto di ammodernamento della Statale 275, Maglie – Santa Maria di Leuca, è sempre al centro delle attenzioni di politica e società civile. Un'attenzione che ormai va avanti da circa 20 anni, tra ricorsi, battaglie e dibattiti sull'opportunità e sugli effetti di quest'opera che, come spesso accade in questi casi, si trova nella morsa tra chi decide e chi si oppone.
Come detto, non è storia recente, anzi, sono passati così tanti anni dalle carte del primo progetto che intanto sono triplicati pure gli investimenti previsti. Infatti, nel 2001, il costo presunto si aggirava sui 114 milioni di euro mentre nel 2011 si è raggiunta la previsione di un costo che si aggira quasi attorno ai 300 milioni. Per la precisione si tratta di 152 milioni della Regione e altri 135 del Fondo infrastrutture (FAS), totale: 287 milioni di euro.
Intanto, però, la questione è arrivata in Parlamento. Il M5S, infatti, ha deciso di sposare a pieno le rivendicazioni del Comitato 275 che da tempo ha sollevato l’illegittimità nelle procedure e nei compensi di progettazione della strada suddetta. Così, i parlamentari pentastellati hanno presentato un’interrogazione al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Prima è stata la volta dei senatori (il 29 maggio 2013) e poi dei deputati (il 4 ottobre 2013).
Per illustrare l’interrogazione ai cittadini, i Parlamentari del M5S hanno indetto una conferenza stampa, che si è tenuta questa mattina presso la sede leccese del M5S in Corte dei Romiti 8 (piccola traversa di via Palmieri nei pressi del Duomo), e a cui hanno partecipato: Diego De Lorenzis portavoce del M5S alla Camera; Barbara Lezzi portavoce del M5S al Senato; Vito Lisi, portavoce comitato 275; Luigi Paccione, avvocato del comitato 275; Corrado Russo, ass. Gaia e membro del comitato.
Tornando indietro nel tempo è bene sapere che il progetto preliminare dell’opera è stato approvato dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), con le prescrizioni e raccomandazioni impartite dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. L’Anas (l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade, società per azioni italiana, di proprietà statale, avente per unico socio il Ministero dell'Economia e delle Finanze) ha affidato la progettazione al Sisri di Lecce (consorzio per lo sviluppo industriale e dei servizi reali alle imprese), che a sua volta avrebbe stipulato nel febbraio 2002 la convenzione con la ProSal srl (Progettazioni Salentine) senza aver effettuato un bando di gara e quindi, in affidamento diretto, conferiva alla ProSal l’incarico di progettazione, tra l’altro, senza alcuna forma di pubblicità e in violazione della normativa in materia di progettazione di opere pubbliche. Peraltro la ditta in questione risulterebbe carente delle necessarie abilitazioni di legge in materia geologica, geoidreologica, paesaggistica, archeologica, ambientale. Un progetto che poi ha avuto il definitivo via libera dopo la “Legge Lunardi” del 2001 che decise di rendere legali tutte le opere strategiche (tipo la Tav tanto per intenderci), Da allora qualsiasi casa o terreno, che intralci la costruzione di un’opera ritenuta strategica, può essere legittimamente espropriata ad un prezzo da miseria, misurato in metri quadrati.
Si basano su questo, e sulle relative carte false derivate da ciò, le rivendicazioni del comitato e dei parlamentari del M5S che si scagliano contro il Pdl, che ha voluto ufficialmente il progetto, ma anche contro Sel e Pd che non hanno battuto ciglio sull’iniziativa e l’hanno in realtà avallato.
Il deputato pentastellato Diego De Lorenzis che ha illustrato i motivi che hanno portato all’interrogazione parlamentare dice: “Si può oggi consapevolmente cantierizzare un’imponente opera stradale che stravolge il territorio del Sud Salento visto che si vorrebbero realizzare opere come una galleria di 700 metri a Tricase nota come zona altamente alluvionale?”.
Vito Lisi, portavoce del Comitato 275, ribadisce: “il risultato di tale pensiero sarebbe non solo l’inutilità ma soprattutto il danno economico perenne per le future generazioni del Salento; non possiamo permetterci di seppellire le nostre vere ricchezze che sono di oltre 5.000 olivi, i km di muretto a secco, i vari monumenti della civiltà contadina, i sentieri archeologici e tutto quello che è inimitabile e che per ostinata presunzione si vorrebbe cancellare per sempre. Noi non lo possiamo permettere e, siccome siamo sicuri di avere ragione, non ci arrenderemo e faremo tutto ciò che sarà possibile per vincere questa battaglia”.
Gli fa eco Corrado Russo, membro del comitato 275, che dichiara: “I documenti parlano chiaro, ciò che fin’ora è stata fatta passare sui media per una contrapposizione politica sul no o il sì al raddoppio, è in realtà una mera questione di legittimità o meno sul percorso progettuale e procedurale. Tutti vogliamo una mobilità efficiente e sostenibile, il punto è con quali mezzi arriviamo a costruirla. Per questo è necessario ora ripartire da una nuova progettazione partecipata e trasparente. Se questo fosse stato sin dall’inizio, oggi avremmo già una viabilità migliore di quella attuale”.
