Non si placano le polemiche intorno al Gasdotto Trans-Adriatic Pipeline, più comunemente Tap, il quale dovrebbe trasportare gas naturale dai giacimenti del Caucaso fino alla Puglia, precisamente a San Foca, marina di Melendugno, nonostante l’opera, già nell’agosto 2014, abbia avuto il via libera dalla Commissione Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione Ambientale Strategica (VAS), un organo costituito da 50 tecnici e professionisti nominati dal Ministero dell’Ambiente, ma indipendente, in quanto i membri rispondono in proprio delle analisi fornite.
Dopo anni di confronto e il recente parere del Consiglio di Stato il quale ha respinto i ricorsi presentati dal Comune di Melendugno e della Regione Puglia contro la decisione della Commissione, liberi cittadini e amministratori e rappresentanti politici di ogni livello sono scesi in campo per protestare insieme come, fra gli altri, il sindaco di Caprarica di Lecce Paolo Greco, accompagnato da alcuni esponenti del Consiglio comunale.
"La situazione – afferma il sindaco Greco – è questa: il progetto è fermo e finito l’espianto degli ulivi il progetto non ha una fase esecutiva pertanto l’asportazione degli alberi, in questa maniera, è incomprensibile. Una sceneggiata di Tap che non sposta di nulla l’asticella dei lavori”.
Finora gli ulivi espiantati e messi a dimora temporanea nel sito di Masseria del Capitano sono in tutto 136 su un totale di 215 e l’espianto è fermo fino a lunedì: secondo alcune voci vicine a Tap è stata adottata questa decisione per ragioni legate alla necessità di avvicendamento del personale di polizia impiegato in questi giorni in un massiccio servizio d'ordine pubblico.
In questi giorni travagliati non è difficile immaginare uno scenario di facili accuse. Secondo Greco “i sindaci hanno fatto la loro parte e per il Prefetto siamo stati noi a soffiare sul fuoco, soprattutto nel momento in cui noi primi cittadini volevamo consegnare la fascia tricolore allo stesso Prefetto. In quel momento gli attivisti del “No Tap” ci hanno espressamente chiesto di non lasciarla poiché eravamo l’unico interlocutore istituzionale”.
Al momento non si ha la certezza sulla realizzazione del famigerato gasdotto in quanto le autorizzazioni che possiede la multinazionale al momento sono solo quelle relative all’espianto degli ulivi “tant’è che la responsabilità non la individuiamo nel cantiere, ma in Regione perché è l’ente che ha concesso le autorizzazioni. Possono anche tirare via 200 alberi – conclude Greco –ma è probabile che il gasdotto non si faccia”.
di Mattia Chetta
