Terra rossa, è ancora polemica. Blasi ‘Dal Comune arroganza travestita da legalità’. Congedo ‘Da Blasi niente lezioni’

La questione dell’ex asilo Angeli di Beslan tiene ancora banco. Dopo lo sgombero dei locali su iniziativa del Comune, tante sono state le reazioni a catena, fino alla querela da parte dell’Amministrazione comunale del giornalista Danilo Lupo.

I fatti che si sono snodati intorno all’ex Asilo Angeli di Beslan, diventato poi terreno per tossicodipendenti e prostitute nei giorni dell’abbandono della struttura e rivalutato successivamente ad opera dei cittadini che vi hanno realizzato un centro sociale per attività culturali, proseguono a far notizia.

Dopo lo sgombero dei locali ad opera degli agenti Digos su sollecitazione del Comune proprietario di essi, tante sono state le reazioni a catena, fino all’ultima questione: da palazzo Carafa è partita una querela all’indirizzo di Danilo Lupo, giornalista di una nota emittente televisiva nazionale per aver utilizzato termini che poco sono piaciuti all’Amministrazione comunale.

E giù con le polemiche. L’ultima, in ordine di tempo, è quella innescata dal consigliere regionale del PD Sergio Blasi che commenta “Il bastone della querela facile contro i giornalisti che esprimono una critica è sempre un gesto di grande debolezza politica. Fa pensare che non si hanno argomentazioni valide da opporre e che si preferisce farsi forti della propria carica pubblica per tentare di schiacciare il dissenso. Sarebbe stato molto più apprezzabile da parte di Perrone e dei suoi assessori rispondere pubblicamente alle critiche di Danilo Lupo, provando a dare vita a un confronto acceso e democratico dal quale tutti sarebbero usciti più forti”.

E ancora “Così come nel caso del rifiuto di ogni dialogo con i collettivi che avevano occupato il centro sociale Terra Rossa, la giunta comunale di Lecce mostra anche in questa vicenda l’incapacità di affrontare problemi e criticità a viso aperto, preferendo nascondersi dietro un atteggiamento legalitario ma in maniera strumentale. Qualcosa che ricorda più l’arroganza. Anche perché, se di legalità si parla, negare ai propri cittadini spazi di socialità, luoghi di incontro e di formazione dal basso, oltre che di cultura libera e non esclusivamente “istituzionalizzata” sotto l’ombrello assessorile, significa allo stesso modo venire meno ai propri doveri verso la città”.

Dure le parole di Blasi che conclude “Commettere l’errore di pensare alla società cittadina come a un corpo inerte, che si anima solo in funzione degli stimoli che vengono dagli assessorati, significa restare sempre un passo indietro rispetto ai bisogni e alle potenzialità della città che si è chiamati ad amministrare. E può dare vita a una visione distorta del proprio ruolo, percepito non più come servizio alla comunità ma come una sorta di autorità infallibile, che non può essere criticata e che rifiuta ogni contatto al di fuori dei salotti cittadini. Il fatto che venti anni di governo abbiano condotto la destra leccese a un simile atteggiamento di chiusura la dice lunga sulla necessità per la città di conoscere una nuova stagione”.

Da qui l’alzata di scudi da parte del consigliere regionale di Cor, Saverio Congedo.Il tentativo di difendere un’azione che si pone chiaramente al di fuori delle regole è un fatto singolare e preoccupante, specie se arriva da un rappresentante delle istituzioni – scrive Congedo commentando le parole di Blasi – Il rispetto delle regole dovrebbe essere al primo posto, anche quando si tende a riconoscere le ragioni di un’associazione socio-culturale, o di un gruppo qualsiasi di cittadini. L’occupazione abusiva di un immobile non può passare come un fatto normale, da sottacere perché magari fa comodo a qualcuno, ecco perché l’amministrazione comunale di Lecce non ha indietreggiato né di fronte al fatto in sé, ne dinanzi ai vari tentativi di giustificare o legittimare un fatto indifendibile. Così come non hanno indietreggiato davanti al rispetto delle regole e delle più ragionevoli modalità di convivenza civile i tanti sindaci che hanno assunto provvedimenti, certamente sofferti, ai quattro angoli della nostra provincia dinanzi ad episodi in cui, anche in nome di primarie e vitali esigenze abitative, si sono aggirate norme e leggi come nei casi di alcune famiglie bisognose o addirittura indigenti”.

In ultimo le domande del consigliere Congedo “Non debolezza quindi, ma risolutezza e coerenza, perché ci piacerebbe capire se al posto dell’associazione Terra Rossa, ci fosse stata l’associazione per così dire Mare Nero magari non presieduta da un docente universitario ma da un signor X, cosa sarebbe accaduto? In quanti avrebbero gridato allo scandalo e al sopruso, o forse in questo caso non sarebbe valso il richiamo del consigliere Blasi? E cosa avrebbero detto le decine e decine di associazioni esistenti che svolgono la loro attività (meritoria almeno quanto quella di Terra Rossa) con l’impegno e il sacrificio dei propri associati?”.

Richiami a senso unico, secondo Congedo, sono quelli di Sergio Blasi, motivati probabilmente “da chiari start up elettoralistici”.
 



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