Ufficio del Giudice di Pace di Maglie a rischio chiusura, Toma: “i Sindaci si sono disinteressati”

Torna lo spettro della chiusura per la sede del Giudice di Pace di Maglie. Il Sindaco, Ernesto Toma ha chiamato di nuovo a raccolta i comuni che si erano impegnati a ‘dividere’ i costi di funzionamento, prima del dietrofront.

È impossibile avere la botte piena e la moglie ubriaca recita un noto proverbio ‘popolare’ proprio perché sottolinea la pretesa di avere tutto, senza rinunciare a nulla. È quello che è successo all’Ufficio del Giudice di Pace di Maglie, difeso con le unghie e con i denti quando si è profilata la possibilità di chiuderlo in nome della «spending review», ma ‘abbandonato’ quando si è trattato di passare dalle parole ai fatti.

La parola ‘fine’ fu evitata grazie ad un consorzio di comuni, promosso da Antonio Fitto, all’epoca Sindaco di Maglie e dal collega Luciano Cariddi, che riuscirono a coinvolgere quattordici città ‘vicine’ che si erano impegnate a farsi carico, proporzionalmente, dei costi necessari per il funzionamento. Una soluzione che avrebbe consentito di tenere aperte la sede.

Lo spettro ‘soppressione’ ora torna a spaventare come spiega in una nota il primo cittadino Ernesto Toma che ha puntato il dito contro quelle amministrazioni che «o non hanno rimesso al Comune di Maglie – che aveva anticipato i costi di funzionamento –  le somme pro-quota promesse o hanno formalmente revocato la precedente adesione».

Come in un effetto domino, quasi tutti hanno fatto dietrofront, rinunciando alla convenzione, forse perché con i budget risicati era impossibile continuare a combattere una battaglia che sembrava già persa in partenza.

Il Sindaco non solo ha scritto al Ministero per illustrare la situazione, sperando in questo modo che i Comuni dimostrassero il loro reale coinvolgimento, ma ha convocato una riunione nella speranza che si potesse deliberare una nuova manifestazione di interesse alla conservazione dell’Ufficio. Incontro che è servito solo a ribadire la situazione: tutti i Sindaci hanno confermato il loro disinteresse, mentre il rappresentante del Comune di Uggiano ha ribadito la già manifestata scelta di non partecipare al funzionamento dell’Ufficio. A questo punto, Maglie non potrà più sostenere da sola i costi del funzionamento.

Che cosa succederà adesso?

«Poiché ritengo che sia mio dovere tentare di assicurare quantomeno ai cittadini la permanenza di un presidio di giustizia, che dal 2021 potrebbe vedersi assegnare maggiori competenze – ha concluso Toma – rinnovo l’invito ai Colleghi Sindaci interessati affinché rivedano la posizione, dimostrando un fattivo interessamento alla permanenza dell’Ufficio».

Se non cambierà nulla, il primo cittadino chiederà al Ministero la conservazione dell’Ufficio, a beneficio dei soli cittadini del Comune di Maglie e degli altri comuni disposti ad assumersene i costi.



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