Voto di scambio e case popolari. Perrone ‘fiducia nei Magistrati’, Torricelli ‘sono un uomo per bene’

All’indomani del blitz della finanza a palazzo Carafa e negli uffici privati delle persone coinvolte nell’inchiesta, il sindaco Perrone interviene sulla vicenda dichiarando piena fiducia nell’operato della Procura. Torricelli chiede la convocazione della Commissione Controllo.

Le nubi che si sono addensate sul palazzo di città e che vedono piovere soprattutto sulla testa delle persone coinvolte nella spinosa inchiesta giudiziaria, ovvero tre amministratori e un funzionario del Comune, stanno provocando non pochi malesseri. Come succede in questi casi, quando le Forze dell’ordine sfogliano carte e acquisiscono file per fare luce su vicende che appaiono poco chiare, le reazioni sono tante.

D’obbligo è quella del primo cittadino, Paolo Perrone, che ha inviato alla stampa una stringata nota nella quale si legge “Il percorso di questa Amministrazione è sempre stato improntato alla trasparenza e all’accessibilità degli atti, così come dimostrato dalla posizione assunta in merito a ben note vicende che hanno caratterizzato la storia della nostra città. Al di là del clamore mediatico suscitato da questa vicenda, sono certo che l’indagine avviata dalla Procura di Lecce farà emergere con chiarezza la verità. Ho grande fiducia nell’operato dei magistrati che hanno mostrato in più occasioni competenza, professionalità ed equilibrio nelle loro decisioni”. Poi gli scudi si alzano a sostegno morale dei propri collaboratori: “Ho incontrato questa mattina i colleghi amministratori interessati alla vicenda i quali hanno mostrato assoluta serenità. Mi auguro che i tempi delle indagini siano rapidi affinché le persone coinvolte  possano chiarire in tempi brevi i fatti contestati”.
 
Tutt’altro tono, invece, quanto invia alle redazioni giornalistiche il Presidente della X Commissione Controllo, Antonio Rotundo. Si tratta della lettera accorata di uno delle persone che oggi compaiono tra quelle coinvolte nell’inchiesta, ovvero il vice presidente del Consiglio comunale, Antonio Torricelli. "Caro Antonio – si legge – come è noto militari della Guardia di Finanza hanno bussato alla mia porta per perquisire la mia abitazione e contemporaneamente, al Comune la stanza adibita all’uso dei due Vice- Presidenti. Mi è stato notificato l’atto autorizzativo di rito con l’avviso d’indagine contenente reati assurdi e gravi legati alla gestione di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica .Non ho allo stato alcuna idea di vicende illecite ed a me attribuibili in rapporto alla gestione citata anche in considerazione del fatto che sono un consigliere comunale, peraltro di opposizione, quindi privo di alcun potere gestionale, ma solo in possesso di prerogative di controllo e stimolo all’attività amministrativa e decisionale del Governo cittadino”.
 
Si dice profondamente colpito, Antonio Torricelli, colpito da accuse che gli appaiono assolutamente ingiuste “Come è altresì noto – prosegue nella missiva – il mio impegno in Commissione, in Consiglio e sempre pubblico e alla luce del sole, per recuperare credibilità e responsabilità nella gestione, anche patrimoniale, del delicato settore, circostanza che mi è stata più volte pubblicamente manifestata; come è noto il mio continuo impegno, rivolto anche  al livello regionale per quanto riguarda la legge di riordino contenente la sanatoria dei 3 anni per le occupazioni abusive, ma anche per limitare gli sfratti selvaggi e dolorosi nei confronti di morosità incolpevoli e situazioni di conclamata ed accertata emergenza e necessità sociale a favore della quale continuerò ad operare senza tregua  e pentimenti per umana pietas ma soprattutto per il rispetto delle leggi e dei diritti e doveri delle parti sociali interessate”.
 
Ho dedicato ormai 40 anni della mia vita a questa Città, alla mia Città, con impegno, serietà, passione, onestà, trasparenza e fermezza, senza mai fare sconti al principio di lealtà ed ai valori di equità e giustizia nel mio operare quotidiano, ma non mi sfugge il concetto di responsabilità che ho , in quanto eletto , nei confronti della politica, del Consiglio Comunale, del mio Partito, dell’Ufficio di Presidenza di cui mi onoro di far parte e soprattutto della mia città, di quanti mi stimano e della mia famiglia – scrive ancora Antonio Torricelli con un passaggio sul profondo disagio vissuto dalla famiglia – Questa mattina ho visto piangere mia moglie incredula di fronte all’invasiva perquisizione, pur legittima e comprensibile per gli uomini dell’Arma che facevano il loro dovere, ho visto la paura e la preoccupazione negli occhi dei miei figli e ho dovuto girare la testa da un’altra parte per non far percepire la rabbia e l’impotenza che non riuscivo a nascondere. Ho chiesto ed ottenuto tempi rapidi per l’interrogatorio e poiché domani parto per Milano   per un appuntamento già fissato per motivi familiari, lo abbiamo concordato per lunedì 15 in mattinata. Sarà questa la sede in cui capirò le ragioni dell’indagine a mio carico, che coinvolge anche Assessori e funzionari”.

In ultimo, la preghiera all’indirizzo di Antonio Rotundo, in qualità di presidente della X Commissione consiliare, di  convocare per martedì 16 la Commissione di controllo appunto. Ma non solo. Torricelli chiede che vengano convocati anche il Sindaco, la Stampa “perché è in quella sede politica, a testa alta, occhi dritti e coscienza assolutamente serena che  intendo rendere conto della mia, allo stato, non riconoscibile responsabilità e conseguenze”. “Io sono un uomo per bene – conclude – e da tale intendo affrontare il problema, consapevole del fatto  che qualsiasi circostanza mi si possa contestare, io continuerò ad essere una persona per bene”.

Il vicepresidente del Consiglio mette poi in evidenza una strana coincidenza: nello stesso giorno, martedì 16, 40 anni fa, nel 1975, veniva eletto per la prima volta al Consiglio. “festeggerò – commenta Antonio Torricelli – dopo 40 anni di attaccamento alla maglia, inattesa ed imprevedibile la mia prima perquisizione”.

Intanto l'inchiesta prosegue e proseguono le indagini per comprendere bene le reali responsabilità degli indagati e la fondatezza delle accuse.



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