L’era Corini si chiude a Lecce alla fine di un campionato terminato ingloriosamente. L’esonero dell’allenatore di Bagnolo Mella, comunicato nella giornata di ieri dal presidente Saverio Sticchi Damiani e da Pantaleo Corvino mette il punto-e-a-capo a conclusione di una stagione che non è corretto definire fallimentare ma che certamente rientra tra quelle che non si ricorderanno con piacere.
Comicia, dunque, il tempo del toto-allenatore per conoscere chi allenerà il Lecce nella stagione 2021-2022. Tanti i nomi che circolano anche se, conoscendo il decisionismo del responsabile dell’area tecnica, non passerà molto e presto il nome verrà comunicato. Si tratta di fare la giusta scelta con un occhio al rettangolo verde di gioco e l’altro al portafogli visto che Eugenio Corini resterà – a meno di un imminente nuovo ingaggio – sul libro paga dei giallorossi. E certamente la cassa non trabocca di quattrini…
Un’annata difficile quella che ci si è messi alle spalle. La società ha sempre difeso il mister bresciano e gli ha fatto da scudo per garantire la giusta serenità alla squadra. Se fosse stato per i tifosi Corini forse avrebbe a stento fatto in tempo ad assaggiare i purceddhuzzi. Il giorno successivo ad ogni match, i commenti nei confronti dell’allenatore non erano certo lusinghieri: gli si rimproverava di non aver dato un gioco ad un gruppo che aveva tutte le carte in regola per stare sempre in vetta al torneo e si temeva che non avesse il pugno di ferro per gestire i tanti momenti negativi. Ma, come è giusto che sia, a decidere se un tecnico debba restare al suo posto non sono nè la piazza nè i commentatori bensì la società. E la scelta in Via Colonnello Costadura è stata sempre netta: avanti fino al termine con Corini. La fine disastrosa della stagione ha fatto virare verso l’esonero malgrado altri due anni di contratto.
Missione entusiasmo: chi sarà il nuovo allenatore del Lecce
Bisognerà dunque trovare un nuovo allenatore che riporti in alto l’entusiamo nella tifoseria e che abbracci il progetto di Sticchi Damiani e Corvino. I nomi già circolano. Si parla di Marco Baroni che da tecnico ha fatto bella figura a Reggio Calabria nell’ultima stagione e che in passato, insieme a Primo Maragliulo e Roberto D’Aversa, ha fatto la storia del calcio a Lanciano. In Salento sono molti a ricordarsi di lui come giocatore dei giallorossi, quando alla corte di Carlo Mazzone, prima portò il Lecce in Serie A e poi lo salvò nella stagione successiva affermandosi come uno dei difensori più forti del campionato.
Proprio Roberto D’Aversa, se non andasse in porto il flirt con la Sampdoria di Ferrero, potrebbe contendergli la panchina nel Salento: preparato e pragmatico, l’allenatore che ha riportato il Parma nel calcio che conta, sarebbe una bella scelta ma è probabile che legittime ambizioni lo spingano verso altri lidi. D’Aversa conosce bene il Salento per aver giocato in Serie B a Gallipoli, alla corte di Giuseppe Giannini, nella fallimentare esperienza targata D’Odorico.
Il cerchio poi si stringe. Sulla piazza restano i nomi di Giovannino Stroppa, reduce da alterne vicende calcistiche a Pescara, Figgia e Crotone, ma sempre con una bella di idea di calcio in testa e Aurelio Andreazzoli con cui si potrebbe davvero inaugurare un ciclo interessante. Gli ingaggi troppo alti mettono fuori dalla rosa delle scelte Eusebio Di Francesco e Roberto Donadoni.
Suggestiva l’idea del ritorno a casa di Fabio Liverani che, dopo aver portato il Lecce dalla C alla A, si è lasciato malissimo con Sticchi Damiani e Corvino. L’allenatore, reduce dal fallimento di Parma piace a molti tifosi, ha un’idea di calcio convincente ma potrebbe essere considerato la classica minestra riscaldata da cui tenersi lontani.
