Non sono bastate al Lecce le tre vittorie di fila per mettere il sigillo sulla zona play-off, anzi, il pareggio con il Lamezia condanna senza appello la squadra salentina a gareggiare per il quarto anno consecutivo l'infernale campionato di Lega Pro sempre che vi siano, dopo l'annuncio dei Tesoro a voler mollare, i presupposti per poterlo disputare.
I perchè dell'ennesimo fallimento vanno ricercati a monte a partire dalla decisione scellerata della società nel riconfermare l'allenatore Lerda dopo la disfatta di Frosinone che gli costò una lunga squalifica per poi avvicendarlo, a torneo inoltrato, con Pagliari anche lui sostituitio a dieci giornate dalla fine con Bollini. I lunghi, lunghissimi periodi di recupero per infortunio di alcuni calciatori chiave tra cui Diniz, Doumbia, Miccoli e lo stesso Bogliacino non hanno consentito alla squadra di avere il migliore assetto tattico, specie nei match più delicati del torneo.
Gli acquisti più o meno sconsiderati di calciatori, sia in fase pre-campionato che in quella di mercato di riparazione; le sconfitte indigeste col Martina e Salernitana in casa e quelle suicide in trasferta con l'Ischia, la Reggina e il Messina, solo per citarne alcune, hanno fatto sprofondare i giallorossi in una crisi irreversibile e, nonostante il Lecce abbia dato sostanziali segni di ripresa nel finale di campionato, i suoi sforzi sono risultati vani e insufficienti per potersi tirare fuori dalle sabbie mobili nelle quali la squdra era precipitata e rimasta, per lungo tempo, impantanata. Il pareggio contro il Lamezia è stata di fatto l'ultima amara pillola da inghiottire e pensare che la squadra aveva ritrovato nelle ultime tre partite, anche se in ritardo, la quadratura del cerchio.
Nell'ultimo turno della regular season il tecnico di Poggio Rusco nel match al "Guido D'Ippolito" contro i biancoverdi del Lamezia schiera come punta centrale il bomber Moscardelli coadiuvato sulle fasce da un ritrovato Mannini nell'insolito ruolo e Doumbia che nelle ultime tre gare ha messo a segno ben cinque gol consentendo ai giallorossi di tenere, ancora, accese le flebili speranze per gli spareggi promozione. Il Lecce parte fortissimo e già al 2° va vicinissimo alla marcatura con Doumbia che servito egregiamente da Diniz non riesce a tu per tu con Forte a neutralizzare colpendo la base del palo. Ma il gol è dietro l'angolo e al 6° Abruzzese rompe l'equilibrio della partita portando il Lecce in vantaggio per 1 a 0. Al 9° Sacillotto finisce sul taccuino dell'arbitro di Arezzo reo di aver commesso un fallo ai danni di un calciatore del Lamezia.
Al 13° il Lamezia trova inaspettatamente il gol del pari con Scarsella. I padroni di casa spingono sull'acceleratore e al 15° si fanno nuovamente pericolosi in area giallorossa ma Scuffia respinge il pallone con sicurezza. Al 28° è la volta di Herrera ad impegnare dalla distanza Forte e due minuti più tardi Doumbia di testa prova a sorprendere il portiere lametino senza successo. Al 36° è ancora Doumbia a provare da venti metri il cui tiro e simile ad un missile ma i suoi resti sono introvabili. Un minuto più tardi è sempre il francese ad avere tra i piedi la palla del vantaggio ma il suo colpo di testa è alto, altissimo sulla traversa.
Al 44° continua la saga delle occasioni fallite con Herrera che solo soletto in area lametina spara al lato a porta praticamente invitante. Al termine del primo tempo, per quanto prodotto e non capitalizzato il Lecce avrebbe meritato di chiudere la prima frazione di gioco ampiamente in vantaggio ma i troppi errori pardon orrori sotto porta non hanno consentito la goleada che avrebbe quantomeno salvato la faccia.
La ripresa si apre con l'ingresso in campo di Catalano per Improta per la squadra locale. Al 56° arriva la doccia fredda per i salentini con Scarsella, ancora lui, che su dormita generale della difesa giallorossa, raddoppia per i padroni di casa. Il Lecce fatica oltremodo per trovare la forza per reagire al gol subito e le sue azioni sono spesso farraginose che si spengono prima dei sedici metri avversari dando la palese impressione di non voler più spingere per vincere l'incontro. Al 60° ci prova Doumbia di testa col pallone che sfiora il palo alla sinistra di Forte. Mister Alberto Bollini prova a dare più incisiviàa alla squadra sostituendo Herrera per Embalo e subito dopo Gustavo per Mannini.
Al 70° il Lecce perviene al pari su calcio di rigore procurato da Embalo con la conseguente espulsione di Spirito. Dagli undici metri Moscardelli non perdona portando il risultato sul 2 a 2. A questo punto ci si aspettava un Lecce arrembante ma da lì al termine della partita si è assistito ad una lunga agonia degli undici giallorossi che a corto di fiato non sono più riusciti a ribaltare il risultato nonostante il Lamezia abbia giocato per il resto della partita in dieci uomini.
A volte a vincere, come spesso accade nel calcio, non è sempre la squadra più forte ma quella che ha saputo finalizzare di più le azioni da rete, quella più cinica sotto porta, qualità queste che il Lecce non ha mai saputo mai conquistarsi ed è per questo che ha fallito prima la promozione diretta e poi un posto nei play-off. Peccato!
di Ivan Vedruccio