Caos Lecce? Mancosu chiede scusa, Tachtsidis è in bilico. Sticchi: “nessuno può prenderci in giro”

Il capitano chiede scusa per una sua esternazione social e rilancia: “voglio chiudere la mia carriera qui”. Più delicata la questione sul greco: ecco cosa è successo.

Nessun caso Mancosu, ma a Lecce la musica è cambiata come avevamo scritto già lo scorso 19 agosto, pochi minuti dopo, cioè, il susseguirsi di eventi che portò all’esonero di Fabio Liverani. Il capitano chiede scusa e rilancia la sua voglia di giallorosso.

L’arrivo di un uomo di polso come Pantaleo Corvino alla guida dell’area tecnica ha, di fatto, cambiato la politica della dirigenza che, da anni, non sentiva espressioni come “Lecce non è un albergo stagionale e nemmeno un campo di pascolo”. Una posizione netta, ribadita anche oggi quando il presidente Saverio Sticchi Damiani, il suo vice Liguori e lo stesso Corvno si sono presentati d’urgenza nella sala stampa dello stadio “Via del Mare” per chiarire alcune voci che, da ieri, rimbalzano sui social.

Accanto a loro anche Marco Mancosu, il capitano, uomo-simbolo del Lecce che risorge, stupisce, ammalia, cade e si rialza. Il primo a parlare: “c’è stato un piccolo malinteso nella giornata di ieri e stamattina ho incontrato la società per chiarire questo mio errore, che riconosco, nei modi e nei tempi“.

Ma cosa è successo? Il tutto è iniziato da qualche tempo, ma è stata quella di ieri la giornata eclatante: prima Panagiotis Tachtsidis che svolge solo una parte dell’allenamento con i suoi compagni perché mandato anzitempo in doccia da mister Corini; poi un emblematico messaggio social pubblicato dal capitano con tanto di scritta “rispetto”, fino alla cancellazione, sugli stessi social network, di ogni foto-ricordo in maglia giallorossa da parte dello stesso Tachtsidis.

Ma prima il nodo-Mancosu. Il capitano, sempre chiacchieratissimo nel corso del mercato, è stato al centro di voci e trattative mai realmente decollate. Il centrocampista sardo ha voluto chiedere scusa alla società e ai tifosi per una reazione di pancia, e sconsiderata, avuta su Instagram.

“Sono contentissimo di aver risolto con la dirigenza una situazione che mi dava qualche pensiero – spiega Mancosu -. Sono qui da quattro anni, sono il capitano, e oggi sono più convinto che mai di voler finire qui la mia carriera. Con questa terra ho un rapporto viscerale, una vera e propria storia d’amore con i suoi alti e bassi. Ma quando c’è dialogo proficuo tra le parti la situazione non può che risolversi. Il mercato porta sempre incertezze e timori che possono cambiare la vita: ho avuto un po’ di sofferenza, ma sono stra-felice di essere rimasto qua e posso scriverlo col sangue”.

Ma a spiegare nel dettaglio come si sia evoluta la situazione è lo stesso SSD.

“Dopo gli episodi social di ieri abbiamo voluto immediatamente indire questa conferenza per stroncare subito voci che rischiavano di compromettere la serenità dell’ambiente. Stamattina con il DS e l’allenatore abbiamo incontrato il nostro capitano che, ribadisco, ha sposato pienamente il nostro progetto. Parliamo di un giocatore di assoluto valore e il suo messaggio, anche se non arrivato sui canali adeguati, ci ha portato comunque a chiarirci su alcuni aspetti per poi ritrovarci tutti perfettamente allineati”.

Uno striscione apparso in città

Situazione ben diversa, invece, per quanto riguarda Panagiotis Tachtsidis. “Anche lui ha deciso di esternare alcuni malumori sui social – dice Sticchi Damiani – ma la sua vicenda è diversa da quella di Marco. Nel dettaglio: prima della gara di Ascoli, lo stesso giorno della cessione di Petriccione, Tachtsidis mi ha comunicato di aver ricevuto un’offerta biennale, con cifre importanti, da un altro club dell’Arabia Saudita, che ha un mercato che chiude a novembre, il quale però non ha mai interpellato il Lecce.

A lui ho detto che, pur rispettando le sue aspettative, da parte nostra c’era la volontà di continuare a puntare su di lui, ma ho assicurato lui che avremmo provato a cercare alternative, ma sempre che il club saudita ci avesse soddisfatto. Ci abbiamo davvero provato, ma non concretizzandosi queste condizioni, abbiamo comunicato a Panagiotis l’esito negativo della sua richiesta, e lui evidentemente l’ha presa male.

Ma per noi la cosa avrebbe significato che qualsiasi giocatore può decidere di andare altrove quando vuole lui, come vuole lui e alle condizioni che vuole lui. Questo non è ammissibile, in nessun modo. Spiegato questo, spero che il tutto possa ricomporsi: da parte nostra non c’è alcuna preclusione di sorta. Al momento non sono stati presi provvedimenti, ma se la situazione dovesse degenerare lo faremo perché nessuno può permettersi di prenderci in giro”.

Ad entrare nel dettaglio della vicenda anche Pantaleo Corvino: “dopo il suo ritorno in Italia, ho chiesto a Tachtsidis la sua disponibilità a rimanere a Lecce. La sua risposta mi ha davvero convinto e per me la questione era ampiamente risolta, prospettando anche un prolungamento triennale del contratto con adeguamento dell’ingaggio.

A pochi giorni della chiusura del mercato, però, ho ricevuto dal Presidente la notizia dell’offerta recapitata al ragazzo da parte di un club che non ci avrebbe corrisposto nulla. E io come potevo trovarlo un altro titolare con il nulla in cambio? Ci ho provato, ma in giro non c’era niente.

Detto questo, abbiamo ritenuto opportuno chiarire ogni aspetto. Mi auguro adesso che il ragazzo possa capire anche la nostra posizione e che lo stesso possa tornare ad essere uno dei pilastri del gruppo squadra. Fermo restando che noi non siamo insensibili alle aspettative altrui, ma anche noi abbiamo il diritto di avere delle aspettative”, conclude il Direttore Tecnico salentino.



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