Lecce costruttore, ma incapace di concretizzare. Diop impalpabile: le pagelle di Lecce-Catania

Non è riuscito a conquistare i 3 punti il Lecce di Mister Asta. Nonostante i giallorossi, soprattutto nel secondo tempo, si siano imposti sugli undici del Catania non sono riusciti a concretizzare e il big match è finito a reti bianche.

Il Lecce manca ancora l’appuntamento con il primo successo casalingo della stagione: contro un Catania decisamente sottotono finisce solo 0-0. Il gioco c’è, la concretezza latita. Bene, quindi, il pacchetto arretrato, in affanno quello offensivo. Diop delude tanto e con un buona parte del parco attaccanti fermo ai box ciò non è consentito. I giallorossi, a differenza dell’ultima uscita al ‘Via del Mare’, escono dal campo con l’invito deciso da parte dei tifosi a tirar fuori gli attributi.

Perucchini, 6: Inoperoso per tutto il match, è chiamato a raccogliere solo un paio di cross. Sufficienza per la sua partecipazione comunque attiva: urla e sbraita guidando con sicurezza la difesa. Il suo primo vero intervento si registra al 31’ del secondo tempo quando è costretto a volare.

Beduschi, 6: Da all’11’ rischia di farla grossa con Camisa, ma tutto sommato regge bene le poche offensive siciliane. Spinge molto sull’acceleratore il che comporta un notevole dispendio di energie: inevitabile il calo fisico alla distanza. Lascia il campo stremato.
dal 34’ s.t. Vecsei, senza voto: I tifosi si aspettavano il jolly come a Martina Franca, ma non tocca solo un pallone, sbagliando l’appoggio al compagno.

Camisa, 6: Come di consueto sforna una prestazione maiuscola: prende di mira Scarsella che proprio non riesce a passare. Svetta sulle palle inattive e mette le pezze quando i centrocampisti lì davanti ne combinano qualcuna.  

Freddi, 6: Calil ha trovato pane duro per i suoi denti. Qualche sbavatura qua e là, ma è una roccia messa nel cuore della difesa. Non disprezza nemmeno nel rendersi pericoloso: una sua deviazione all’11esimo della seconda frazione rischia di beffare Liverani, per poi ripetersi qualche secondo dopo con un avvitamento acrobatico.

Liviero, 6-: Il ragazzo scuola Juventus è intraprendente quando, palla al piede, cavalca la sua fascia di competenze. Pecca, invece, quando è chiamato a difendere.

Suciu, 5.5: prezioso soprattutto in fase di chiusura, infatti quando è chiamato ad impostare ancora mostra evidenti limiti: compito lasciato a De Feudis.
dal 37’ s.t. Salvi, senza voto: Non poteva certo in dieci minuti dimostrare di aver recuperato da un lungo infortunio.

De Feudis, 6: Si becca il giallo al 19’ per interrompere una pericolosa ripartenza etnea nata da un errore di Suciu. Ma è il vero geometra della manovra: ottima l’intesa con Suciu in fase di non possesso.   
Lepore, 6-: Corsa e carattere, ma non sempre di qualità. È il solito infaticabile messo a dare supporto al pacchetto avanzato (Diop). Con l’uscita di Beduschi prende il consegna la parte bassa della corsia destra. Irruento un suo fallo al 93’ che vale il cartellino giallo.

Surraco, 6: Non certamente il folletto inviperito delle prime uscite, ma è comunque una spina nel fianco per la retroguardia rossoazzurra. Esce meglio nel secondo tempo quando trova più spazi per puntare l’uomo: gli avversari davanti a lui sono costretti solo al fallo.

Doumbia, 5.5: Decisamente più reattivo rispetto ad altre recenti uscite, ma ancora incapace di incidere. Al 26’ del primo tempo un cross probabilmente sbagliato si stampa sulla traversa. Dalle sue parti arrivano le azioni potenzialmente più insidiose, ma sul più bello si blocca. Al quarto d’ora della ripresa manca incredibilmente l’appuntamento col gol impattando malamente di testa a pochi passi dalla porta. Esce accompagnato da qualche applauso.
dal 20’ s.t. Carrozza, 6: entra e subito conquista una punizione, mostrando una verve decisamente più incisiva rispetto ai suoi compagni. Suo un tiro-cross che per poco non beffa l’estremo difensore del Catania.

Diop, 4.5: Oggi si, il peggiore. Quasi mai in tempo sulla palla, tanto che Asta lo deve richiamare spesso per dare le giuste indicazioni. Al 36’ tenta la girata di tacco che avrebbe fatto invidia persino al miglior Cavani. Al 18’ del secondo tempo la sua prima vera palla gol con un pallonetto mal riuscito appena dentro l’area di rigore. Di testa è un fallimento totale: non ne prende una.  

Asta, 5.5: Il Lecce è certamente il padrone del campo ma troppi sono ancora i limiti di questa squadra. Troppo spesso immobili, i giallorossi si ritrovano palla al piede e a non sapere che fare, con il risultato di cederla agli avversari. Il gioco proposto è a tratti anche brillante, condito da un possesso palla notevole, ma i salentini sono incapaci di concretizzare. E nel calcio ha ragione solo chi la mette dentro.



In questo articolo: