Serie A, via libera al taglio degli stipendi: trovata l’intesa

I club trovano la quadra: stipendi tagliati dalla data dello stop agli allenamenti fino alla futura ripresa. L’entità della riduzione rimessa alle singole società.

Fumata bianca sul taglio degli stipendi. In Assemblea Straordinaria, la Lega di Serie A ha raggiunto l’accordo di massima: taglio degli ingaggi dal giorno della sospensione degli allenamenti per via del Coronavirus al giorno della ripresa. Quando e se si tornerà in campo, si vedrà. Ad ogni società resta la facoltà di stabilire l’entità della riduzione dell’ingaggio ai suoi calciatori.

Dopo settimane di rumors i Presidenti delle venti squadre di A hanno raggiunto la quadra su uno degli argomenti più scottanti di tutti. Lo stop al campionato legato all’emergenza Covid-19 sta comportando notevoli disagi al calcio italiano che, al di là dell’emergenza, rischia di compromettere il suo immediato futuro.

Uno dei tanti nodi da sciogliere era proprio quello degli stipendi: a dare il via era stata l’iniziativa della Juventus che nei giorni aveva comunicato di aver raggiunto l’intesa con i calciatori della prima squadra di non pagare gli stipendi degli ultimi 4 mesi, risparmiando ben 90 milioni di euro. La palla era passata, simbolicamente, agli altri club che oggi hanno raggiunto l’intesa.

“Questo intervento – spiega la Lega – è necessario per salvaguardare il futuro dell’intero sistema calcistico italiano, prevede una riduzione pari a 1/3 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 4 mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva, e una riduzione di 1/6 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 2 mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione 2019/2020. Resta inteso che i Club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati.

Ora, in attesa di capire quando le squadre torneranno ad allenarsi (il Lecce non si riunisce dallo scorso 12 marzo), gli stipendi si fermano, almeno in una bella percentuale. L’entità del taglio è rimessa ai singoli Presidenti.

Gravina: “concludere il campionato”

Adesso il tema centrale torna ad essere quello della possibile ripresa del campionato. Su questo la divisione resta: molti non intendono tornare in campo, altri (tra cui il Lecce) mette sì al primo posto la salute, ma poi ogni verdetto dovrà giungere dal campo.

“La Lega Serie A – si legge nel comunicato diramato – sta seguendo l’evoluzione dello scenario in stretto coordinamento con la Uefa, la FIGC e l’ECA. È stata confermata la volontà di portare a termine la stagione e di tornare a giocare, senza correre rischi, solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno.

L’Assemblea riunita oggi ha inoltre analizzato le raccomandazioni per la ripresa di gare e allenamenti delle varie discipline sportive prescritte dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, alla luce dell’attuale situazione di emergenza sanitaria. A tal proposito entro fine settimana la Federcalcio emanerà le relative norme medico sanitarie”.

In tal senso, il presidente della FIGC Gravina ha parlato chiaramente a Rai Sport. Il pensiero del numero uno della Federcalcio è semplice: il campionato va concluso sul campo, altrimenti si rischia di mettere a repentaglio anche il prossimo anno a suon di ricorsi, anche al costo di concludere il tutto tra settembre e ottobre.

“È un’ipotesi – ha detto. È una modalità per evitare di compromettere non solo la stagione 2019-20 ma anche la stagione 20-21 non potendo partire con certezze di riferimenti perché, con la valanga di contenziosi ai quali saremmo sottoposti da tutti i soggetti che si potrebbero ritenere lesi nei loro diritti e nei loro interessi si correrebbe davvero il rischio di fare un campionato solo nelle aule dei tribunali”.



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