Quel decreto mai firmato da Conte e i bergamaschi già in città: ecco come Lecce-Atalanta è rimasta aperta a tutti

Tutto è cambiato senza che nulla sia realmente cambiato: la gestione del caso Lecce-Atalanta è la sintesi perfetta del caos che sta governando queste difficili settimane.

Un decreto che sembrava pura formalità ma che in realtà non è stato mai scritto. Il caos in cui è piombato il calcio italiano da ormai 15 giorni a causa del coronavirus ha travolto anche il Lecce.

Perchè se apparentemente tutto è rimasto come sempre, in realtà nelle ultime ore si è assistito al festival della psicosi e delle decisioni annunciate, ritrattare e alla fine mai assunte. Lecce-Atalanta è aperta a tutti, settore ospiti compreso. Nessuna restrizione per i tifosi provenienti da Bergamo, una delle zone rosse della Lombardia in cui nell’ultima settimana è scoppiata una vera e propria quarantena collettiva.

Eppure ieri sera, dopo una settimana intera passata tra polemiche, appelli e richieste rimaste inascoltate, tutto faceva presagire che, alla fine, il Governo avrebbe costretto i sostenitori nerazzurri a rimanere a casa. Già dal pomeriggio di ieri, infatti, il parlamentare dei Cinque Stelle Leonardo Donno si era fatto portavoce del malessere diffuso che preoccupava i salentini per una possibile invasione di tifosi direttamente da una terra sotto la lente di ingrandimento delle istituzioni sanitarie.

E dire che lo stesso Donno, anche tramite social network, si era detto soddisfatto dell’interlocuzione avuta col Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora: due le ipotesi che il titolare del Dicastero avrebbe portato all’attenzione del Premier Giuseppe Conte, e cioè rinvio del match o divieto di trasferta.

Nel corso della serata di ieri, quindi, il Consiglio del Ministri. La nostra redazione, in costante contatto con Palazzo Chigi, aveva ricevuto le seguenti indiscrezioni: trasferta proibita agli orobici. La decisione, però, non avrebbe trovato posto nel Decreto Legge, ma in un Decreto ad hoc del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Cosa significava? Solo uno slittamento di alcune ore prima dell’ufficialità della decisione.

E invece, sabato mattina – a poche ore dall’inizio della 26^ giornata di Serie A – tutto cambia ancora. Non più stadi chiusi al Nord, ma partite del tutto rinviate al 13 maggio. Sparito, invece, ogni divieto di mobilità per le gare da disputarsi in zone ad oggi ritenute sicure.

In sostanza quel DPCM annunciato alle 23 di ieri sera non è stato mai varato. La Lega di Serie A ha deciso, quindi, con un proprio provvedimento di rinviare solo cinque match in programma tra oggi e domani. Ma per Lecce-Atalanta nessuna comunicazione rilevante. Tutto è cambiato senza che nulla sia realmente cambiato.

Cosa abbia portato gli organi di Governo e della FIGC a tornare sui propri passi (o cosa sia accaduto ieri sera nel corso del Consiglio dei Ministri quando era trapelata la notizia del divieto di trasferta) non è dato sapere. Quel che pare certo è che ai vertici del nostro calcio e della nostra politica si stia continuando a brancolare nel buio, con un campionato pronto ad essere falsato e con i tifosi bergamaschi che sono già in città e che domani saranno pronti a cantare al “Via del Mare”.

Intanto, nel comitato provinciale ordine pubblico svoltosi a Lecce ieri sera, è stato stabilito che al loro arrivo nella zona di pre-filtraggi, i tifosi bergamaschi saranno sottoposti a controlli con il termoscanner ed altre prescrizioni secondo i protocolli diramati dal Ministero della Salute.

Le dichiarazioni del sindaco di Lecce

Non si sono fatte attendere le parole del primo cittadini del capoluogo salentino Carlo Salvemini che ha commentato così l’accaduto. “La decisione condivisa da Ministero dello Sport, Figc e Coni di rinviare solo cinque delle partite del campionato di serie A previste per domenica 1 marzo è incomprensibile in quanto tardiva, frettolosa, parziale”, ha dichiarato il sindaco di Lecce. “Si tratta di una iniziativa che nulla sembra avere a che fare con le esigenze di prudenza e prevenzione relative alla diffusione del Coronavirus, ma solo con la tutela degli interessi legati al mondo del calcio che sarebbero stati colpiti dal gioco delle partite a porte chiuse. Più logico, coerente e trasparente nei confronti della popolazione sarebbe stato procedere per tempo al rinvio dell’intera giornata calcistica, così come sta avvenendo in altri campionati sportivi. È stato deciso, invece, che si giocheranno regolarmente a porte aperte Lecce – Atalanta, Lazio – Bologna, Napoli – Torino senza alcun divieto di trasferta per i tifosi ospiti – provenienti da aree colpite da covid 19– di cui pure si è parlato nei giorni scorsi come provvedimento prudenziale”.

“La Regione Puglia, la Prefettura, la Asl territoriale, il Comune di Lecce e le altre autorità locali, preso atto del provvedimento, si attiveranno in occasione della partita di domani per il rispetto dell’ordinanza regionale e delle direttive ministeriali relative all’emergenza Covid19, che prevedono, in caso di riscontro di sintomi, l’attivazione di protocolli sanitari. A tal fine saranno installate agli ingressi dello stadio dalla Asl territoriale postazioni per uno screening sanitario di base destinato agli spettatori della partita e sarà garantito il trasferimento in sicurezza sui bus SGM dei tifosi che arriveranno alla stazione”.



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