GP Australia. Cercasi Ferrari disperatamente

La mercedes di Rosberg domina il Gran Premio d’Australia mentre la Ferrari è¨ lenta.

Dal Mondo. Non ce n'è per nessuno, Nico Rosberg con la Mercedes domina il Gran Premio d'Australia e vince con 24'' di vantaggio.  Alonso non va oltre il quinto posto. Raikkonen conclude all’ottavo dopo aver litigato per tutta la gara con i freni.

C’era una volta una Ferrari che non aveva rivali, neppure (anzi soprattutto) sul bagnato. Una monoposto che dava il meglio di sé dove gli altri incontravano difficoltà. Tutto era perfetto: in pista, nei pit-stop impeccabili al millesimo di secondo, circuito dopo circuito, gara dopo gara, campionato dopo campionato. Se il buon giorno si vede dal mattino, l’impressione comune è che quella Ferrari sia solo un ricordo lontano.

Quella vista in Australia, obiettivamente, non è una gran macchina. Un po’ ce lo aspettavamo ma il problema emerso dopo la gara numero uno, in un circuito non proprio favorevole al cavallino rampante, è un altro. Se dopo i test  avevamo pensato di essere dietro a Mercedes e Williams, dopo la bandiera a scacchi ci siamo resi conto di essere dietro anche alla McLaren e soprattutto alla Red Bull, data per morta troppo presto. Quinti, per l’esattezza con Alonso. Ottavi con Raikkonen. Dietro. Non tanto, per fortuna sua e dei suoi tifosi. Però dietro. Se dobbiamo guardare il lato positivo l’unica nota buona è  l’essere arrivati al traguardo con tutte e  due  le vetture, poco imposta se in pista si è graffiato poco. La strada da fare è ancora tanta, tutta in salita, ed è chiaro che si rincorre ancora, di nuovo! Certo siamo solo alla prima gara della nuova era F1, una gara un po’ noiosa che regala scossoni soltanto per i ritiri eccellenti di Hamilton e Vettel. Basti pensare che al giro 16 con la safetycar in pista dopo l’incidente di  Bottas e con il gruppo ricompattato la musica è rimasta sempre la stessa. 

Se le cose stanno così, con le “Frecce d’Argento” in vantaggio stratosferico su tutti gli altri, lì davanti con un passo che mette paura, non vale neppure la pena svegliarsi la mattina per guardare la Formula Uno ma la passione è passione, si sa. Con un pizzico di rimpianto dei vecchi tempi, quando le gomme si condizionavano la gara, costringevano a quel pit-stop in più che cambiava addirittura le posizioni del podio, quando l’affidabilità contava davvero, quando i sorpassi erano impossibili o troppo prevedibili. Pazienza. 

Prossimo appuntamento il 30 marzo col Gran Premio di Malesia.