Che Mister Luca Gotti abbia pagato per tutti è indubbio. È la dura legge del pallone. Come è altrettanto evidente che nella defenestrazione ci sia molta farina del suo sacco e pendano sulla sua testa scelte tattiche e tecniche sbagliate frutto di un’ idea di gioco che non si è mai vista. Dopo l’esonero dell’ allenatore del Lecce, se si vuole raggiungere la storica terza salvezza consecutiva, sarà dirimente la scelta di un nuovo tecnico in grado di far giocare meglio la squadra.
Non si può sbagliare scelta, perché sbagliare significa condannarci alla retrocessione.
Nel toto-nomi che circola in queste ore, sembra essere in pole position Marco Giampaolo, allenatore di lungo corso, carattere spigoloso, lavoratore indefesso, maestro di calcio per alcuni, sopravvalutato per altri (alla luce dei tanti esoneri subiti). Il dubbio sorge spontaneo: il Lecce ha il tempo e gli uomini per assimilare le idee di gioco di un allenatore come Giampaolo? O si tratta piuttosto di un azzardo, di una pericolosa anche se affascinante scommessa?
Non è che sul mercato sia rimasto molto alla portata delle tasche salentine, ma Giampaolo sembra essere più tecnico da inizio stagione che da subentro in corsa, più allenatore abbisognevole di una performante preparazione precampionato che aggiustatore degli altrui errori. Oggi ne sapremo di più.
Marco Giampaolo, il ‘maestro del passaggio’
Nato a Bellinzona il 2 agosto 1967, Marco Giampaolo ha lasciato un discreto segno nel panorama calcistico nazionale. La sua carriera, sia da calciatore che da allenatore, è stata caratterizzata da una forte identità tattica e da un’attenzione maniacale ai dettagli. La sua filosofia di gioco è basata sul possesso palla e sul fraseggio corto. Le sue squadre sono sempre state riconoscibili per una grande organizzazione tattica.
Dopo le esperienze di Ascoli, Siena, Catania ed Empoli, dopo aver sfiorato la Juventus del pre-Conte, i tre grandi palcoscenici su cui si è espresso Giampaolo sono stati Genova (sponda blucerchiata), Milano (sponda rossonera), Torino (sponda granata)
Una delle esperienze più significative della sua carriera è stata con la Sampdoria, dicevamo, con cui ha ottenuto ottimi risultati, conquistando un posto fisso in Europa League e sfiorando la qualificazione alla Champions League.
L’approdo al Milan è stato un trampolino di lancio importante, ma l’avventura rossonera è stata più breve del previsto. Nonostante le difficoltà, Giampaolo ha cercato di imporre il suo gioco, ma i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative.
Il Torino doveva essere il suo trampolino di ri-lancio ma è arrivato anche lì un altro amaro esonero.
Lo stile di gioco
Il 4-3-1-2 è stato il modulo prediletto da Giampaolo per molti anni. Un centrocampo a rombo e un trequartista a sostegno di due punte: questa la sua formula vincente. Tuttavia, Giampaolo si è dimostrato capace di adattarsi a diverse situazioni tattiche, dimostrando una grande flessibilità.
Un allenatore controverso
Giampaolo è un allenatore che divide gli appassionati. Da un lato, è apprezzato per la sua capacità di far giocare bene le squadre e per la sua attenzione ai dettagli. Dall’altro, è stato criticato per la sua presunta rigidità tattica e per la difficoltà a ottenere risultati immediati. Ed è proprio questo che preoccupa i tifosi giallorossi.