Michael Schumacher. L’ex medico della F1 «Prepariamoci al peggio»

Dal Mondo. Le condizioni del campione di Formula1, Michael Schumacher non migliorano. Anzi, potrebbero addirittura «peggiorare». Secondo l’ex medico, Gary Harstein, infatti, piè¹ passa il tempo piè¹ le possibilità di una totale ripresa del pilota tedesco si allontanano

Le condizioni di salute del 7 volte campione del mondo,  in coma dal 29 dicembre in un ospedale di Grenoble, «potrebbero peggiorare». A dirlo è Gary Harstein, ex capo dei medici della Formula 1

Il destino spesso incontrollabile che si infrange con il silenzio quello doveroso e chiesto dalla famiglia di Michael Schumacher. Per uno strano gioco della sorte, infatti, la vita del 7 volte campione del mondo è appesa ad un filo non a causa di quella velocità sempre al limite ricercata sui circuiti di Formula Uno alla guida di una potente monoposto, magari rossa Ferrari, o su una pista di kart, quei kart che ha imparato a guidare fin da bambino. Ma per una “banale” caduta, seppur terribile, sugli sci a Méribel, in Francia. 308 gran premi disputati sembrano niente in confronto alla gara più importante che il pilota tedesco sta affrontando. Un'impresa più grande della sua indiscussa bravura.

In questi mesi, da quel maledetto 29 dicembre 2013,  il tifo per Schumi non si è mai spento.  La speranza dei tanti supporter è legata a soprattutto a Sabine Kehm, storica portavoce del pilota che ha ribadito più e più volte di considerare infondate tutte le notizie sulle condizioni di salute del campione che non provengano da lei o dal suo staff. Eppure ci sono indiscrezioni che è difficile non ascoltare come quella del dottor Gary Hartstein, capo-medico della Formula Uno fino al 2012, secondo cui «più passa il tempo più è difficile che Michael riuscirà a svegliarsi». A colpire più di tutti è quel « sarà bene prepararsi al peggio» che lascia aperte poche possibilità, quelle a cui ci si è aggrappati in questi lunghi giorni. «La mancanza di aggiornamenti da parte del suo entourage – aggiunge – ci sta dando la possibilità di cominciare a distaccarci da lui». Una doccia fredda, dunque.

L’ex medico ha poi espresso un parere molto severo sui primi soccorsi, che avrebbero perso tempo cruciale a causa alcune decisioni definite «incomprensibili». «Non si trasporta un paziente con un sospetto trauma cranico in una struttura che non dispone di un reparto di neurochirurgia», ha spiegato Hartstein, riferendosi al fatto che prima di arrivare a Grenoble il sette volte campione del mondo era stato portato in elicottero al più piccolo ospedale di Moutiers. «È stata persa un’ora intera, forse di più. Impossibile dire cosa un’ora o due avrebbero significato in un caso del genere, ma gran parte dei neurologi vi direbbe che sono fondamentali».

Come già accaduto in passato il fatto che si resti nel campo delle supposizioni e che non vi sia nulla di certo alla fine lascia, oltre al magone, ancora accesa la speranza.