Il pareggio del Lecce in casa contro la Sampdoria, dopo sei sconfitte consecutive, ha lasciato pesanti strascichi. Ad essere contestati dagli spalti e sui social sono stati i giocatori, l’allenatore Marco Baroni e il direttore generale Pantaleo Corvino. I primi non l’hanno presa benissimo e ai più non è sfuggito il labiale che Federico Baschirotto ha rivolto a Umtiti quando lo ha invitato a lasciar perdere il saluto ai tifosi della Nord e a rientrare negli spogliatoi. Il mister sulla graticola è abituato a starci, un po’ per il ruolo, un po’ per quelle prestazioni che, obiettivamente, non hanno mai convinto tutta la piazza, in serie A come in serie B.
Pantaleo Corvino da ieri è ufficialmente nell’elenco dei contestati. Sembra quasi di essere ritornati indietro nel tempo, quando il sodalizio era guidato dai Semeraro e nemmeno allora il responsabile dell’Area Tecnica giallorossa andava bene (erano gli anni d’oro del calcio leccese). Per carità, nel calcio ci sta tutto, nello sport come nella vita i più alti in grado devono essere chiamati a risponderne. La paura che serpeggia tra i tifosi è tanta, il trend è negativo, il rischio è di prendere la china della squadra di Liverani. Ma a tutto c’è un limite.
Certi sproloqui sui social sono offensivi, ingiusti e anche vergognosi. Se si parla ancora di calcio a Lecce ai massimi livelli lo si deve esclusivamente a due persone: Saverio Sticchi Damiani e Pantaleo Corvino.
Un vecchio proverbio dice che non si fanno le nozze con i fichi secchi, ma nel Salento, almeno nel calcio, non è vero. Con i fichi secchi, con risorse risicate ci si gioca ancora la permanenza in serie A: più cinque punti sulla terzultima non sono poca cosa, anche se è indiscutibile che la squadra abbia subito una pericolosa involuzione. Eppure Corvino ha fatto molto di più di quello che poteva fare e i risultati della Primavera delle meraviglie di Coppitelli sono un’ipoteca sul futuro del calcio nel Salento.
Un conto è contestare, altra cosa è offendere con pregiudizi e preconcetti. Sembra quasi che qualcuno non vedesse l’ora di ritirare fuori tutto l’armamentario degli anni passati contro il Direttore. Sticchi Damiani e Corvino, per noi, sono gli unici dai quali non si può prescindere, gli unici con i quali continuare a lottare, gli unici con i quali programmare il futuro, in qualunque categoria.
E siccome sappiamo bene le critiche a cui andremo incontro per aver espresso le nostre opinioni, scriviamo in coda ciò che avremmo dovuto dire in premessa: la nostra testata non ha alcun rapporto commerciale con l’US Lecce, non ha rapporti di particolare amicizia con i dirigenti, nulla ha mai chiesto, nulla ha mai ricevuto, se non un accredito stampa per chi segue la squadra da quindici anni.
P.S. Difficile poter accettare lezioni da chi, negli anni bui della storia della società, quando si lottava in serie C senza mai riuscire ad abbandonare la categoria, aveva poco da dire contro i proprietari di allora che certamente non avevano il cuore né le conoscenze di Saverio Sticchi Damiani e Pantaleo Corvino.
