Pellè sa soltanto segnare e l’Italia di Conte può festeggiare. Funziona l’asse azzurro Lecce – Monteroni

È durato 75′ l’esordio in Nazionale di Graziano Pellè. Una traversa, un gol, tante sponde e l’idea di essere un attaccante di razza. Viene sostituito da Ogbonna a seguito dell’espulsione di Bonucci. Azzurri a punteggio pieno.

Ci sono partite che hanno un destino segnato e che si devono concludere nel modo in cui tutti hanno già sognato. Ci sono partite che per essere perfette hanno bisogno di un evento che le faccia svoltare a loro favore. E stasera nella partita valida per la qualificazione ai Campionati Europei di calcio del 2016 tra Malta e Italia il destino e la sua inerzia erano dalla parte, o forse è meglio dire nella testa e nei piedi, del centravanti azzurro Graziano Pellè, bomber di razza salentino di Monteroni di Lecce, maturato nella Primavera di Robertino Rizzo ed arrivato nel punto più alto della sua carriera a segnare con una sforbiciata nel campionato più importante del mondo, la Premier League inglese in cui gioca nelle file del Southampton.

Malgrado i gol a grappoli segnati nel campionato olandese, l’attaccante leccese è stato messo nell’ombra sia da Marcello Lippi che ci ha fatto sfigurare in Sud Africa che da Cesare Prandelli, responsabile della figuraccia azzurra in Brasile. Entrambi hanno scelto altri attaccanti per provare a fare gol, spesso si sono lambiccati in alchimie tattiche mostruose pur di accontentare la critica, senza accorgersi che per far gol serve soltanto e semplicemente far giocare calciatori che la porta la vedono anche quando sono girati di spalle. E Pellè non segnava nel giardino di casa sua ma in campionati di grande tradizione calcistica.

Ci è voluto un altro salentino, che di vittorie se ne intende, Antonio Conte per convocarlo in maglia azzurra e farlo esordire tra i nazionali. L’ex allenatore della Juventus ha scelto due esordienti, e li ha lanciati alla grande: Zaza del Sassuolo e Graziano Pellè del Southampton. E l’attaccante nato a San Cesario di Lecce non ci ha pensato due volte a ricambiare la fiducia. Prima una traversa che ancora sta tremando, con incornata a seguito di un cross di Pasqual e poi una zampata felina, su ribattuta, dopo un miracolo del portiere maltese.

D’accordo Malta non è l’Argentina, ma è inutile nascondere che il gol è qualcosa che si ha nel dna. E chi sa fare gol non guarda alla categoria o alla competizione in cui gioca. Timbra con costanza, perché è ciò che sa fare. Pellè, nel momento della sua maturità, ha la grande opportunità di consacrarsi definitivi mante e diventare quella stella che solo a Lecce ha brillato in maniera costante. In bocca al lupo, Graziano!