A pensar male si fa peccato, ma a volte solo quello, perché certe cose ti inoculano un veleno mortale in corpo, senza una particolare consapevolezza, ma in maniera del tutto naturale.
Avviene quando un risultato, determinato da una decisione ufficiale, si rivela esiziale per una squadra, magari una piccola squadra, una di quelle che non sono in grado di condizionare granché e che forse risultano fuori posto rispetto al resto del jet set.
Questo veleno, si badi che di veleno si tratta, contamina la linfa vitale di uno sport sano e mostra retroscena indimostrabili e improbabili, ma non per questo impossibili. E alla fine la gente si convince che alcune valutazioni sbagliate in realtà non siano errori.
È esattamente quello che sta avvenendo in questi giorni in Italia dopo le partite Lecce-Udinese e Parma-Bologna. Non rispiegheremo i motivi (chi sa lo sa, chi non lo sa scorra avanti o vada ad informarsi), e non addosseremo responsabilità alcuna. Ma le partite in oggetto hanno avuto qualcosa di indefinito che gli sportivi tentano non solo di definire ma anche di indagare. E allora ci chiediamo: perché lo fanno? Forse perché sono dei complottisti, dei visionari, dei retropensieristi? Oppure perché il nostro è stato il Paese di Calciopoli, e ciò che è accaduto una volta non è escluso che possa succedere ancora.
Siamo in Italia, che è un posto strano, dove moralità e trasparenza, in tutti i settori, non presentano le lusinghiere statistiche della Svezia e del Lussemburgo.
L’Italia ha fatto scuola alla Storia in tante cose, onorevoli e disonorevoli.
E allora dovremmo tutti stare più attenti, evitare che possano continuare a circolare certi tipi di veleni sul territorio patrio del pallone, dovremmo togliere ogni alibi e garantire le partite di Calcio nella loro naturale verità, come si garantisce il sonno di un bambino. Uno di quei bambini a cui viene dato in mano il pallone nel momento dell’ingresso in campo delle squadre, uno di quei bambini a cui i giocatori stringono la mano lasciandosi accompagnare in un breve viaggio moralmente ed eticamente iconico.
I bambini ci guardano. Meritatevi i loro occhi.
