Tesoro abbandona il campo. ‘Perso l’entusiasmo. Accontento chi ha sempre remato contro’

Questa mattina la conferenza del presidente giallorosso che ha annunciato la volontà di dare l’addio alla società. Nel mirino del numero uno di ‘Piazza Mazzini’ parte della stampa e della politica leccese. A fine campionato, qualsiasi sarà l’esito, il club verrà messo in vendita.

La contestazione della curva nord di domenica scorsa è stata, a suo dire, solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, anche perché, nel corso delle stagioni precedenti, per Savino Tesoro, quella stessa tifoseria lo ha incoraggiato e sostenuto anche nei momenti più bui.
 
Savino Tesoro, a questo punto, passa la mano e a fine campionato, qualunque sia l’esito, ha deciso di mettere in vendita la società. La notizia era nell’aria da diversi giorni, ma oggi è stato lo stesso patron a ufficializzarla nel corso di una conferenza stampa.
 
“Tutti si aspettano di conoscere il perché della mia decisione. Vi posso assicurare che la contestazione di domenica non è che mi abbia turbato, anche se ritengo sia stata sbagliata nei tempi e nei modi e perché il suo intento non era quello di fornire uno stimolo”, ha affermato il presidente giallorosso.
 
“Sono qui per accontentare  tutti, non posso far finta di niente nel momento in cui alcune persone decidono che debba andare via.
 
Non capisco perché parte della stampa locale, che ho personalmente invitato qui oggi e che non si è presentata, sin dal primo momento in cui ho rilevato il club mi sia stata ostile e perché abbia mentito sapendo di mentire.
 
Ho trovato anche alcuni rappresentanti della politica maldisposti nei miei confronti. Antonio Gabellone, per esempio, l’ho incontrato solo una volta quando sono arrivato e ieri ho letto che cercherà un trapasso non traumatico.  Lo invito a stabilire lui le modalità di vendita, se vorrà potrà assumere il ruolo di revisore dei conti e a fissare il prezzo della cessione, perché so essere una persona onesta e perbene.
 
Non capisco perché Lecce debba stare a tutti i costi in Serie A. Io l'ho trovata in Serie C, o Lega Pro e anche in maniera disastrata.
 
Prendo atto che non abbiamo vinto, ma sono  venuto a Lecce senza interesse alcuno, non ho chiesto nulla e non mi è stato dato nulla; l'ho fatto per passione e poi avevo quella parte di tifoseria che sapevo starmi vicino e che riusciva a darmi l'entusiasmo per andare avanti. Adesso questo entusiasmo mi è passato e quindi a fine stagione lascerò. Ma assicuro tutti che da oggi fino al termine del campionato sarò più operativo che mai. Ritengo abbiamo la rosa adatta per raggiungere i play off che, tra l’altro, sono vicini e possiamo anche essere promossi.
 
Per quel che riguarda la storia che ho acquistato la squadra a zero, bisogna puntualizzare che  vi erano determinati accordi. Il primo anno ho sostenuto costi di gestioni, lasciati dalla precedente proprietà,  per 8milioni e 800mila euro. L'anno dopo sono scesi a poco più di due milioni. Lo stipendio dei calciatori che ho trovato ammontava a oltre 5 milioni e negli accordi c'era scritto che avrei avuto un contributo di 1,5milioni che non ho mai visto. Tra le spese anche  512mila euro per pagare Cipollini, Grassani e  Osti. Adesso fate i conti voi e vedrete quanto mi è costato il Lecce.
 
Quale è lo scopo di quelli che mentono sapendo di mentire? Quello di fare fuori me? Ho deciso di accontentare tutti, ripeto. Me ne andrò anche perché non sono qui perché non ho altro, se sono a Lecce è perché la mia presenza sia condivisa.
 
Non credo minimamente che non ci sia nessuno che voglia rilevare la società. Volevo portare a conoscenza di tutti  che ci sono ancora quattro mesi di tempo.
 
Adesso vi  chiedo solamente di parlare esclusivamente di calcio; da domani mettiamo da parte queste chiacchiere. Ho convocato questa conferenza stampa per assicurare tutti che me ne vado adesso.  
 
Su Miccoli penso che non stia succedendo nulla,  ha chiesto due giorni di permesso e ora è tornato e si sta allenando. Ha avuto un momento di sbandamento e io, visto l'affetto che nutro nei suoi riguardi, gli ho chiesto cosa volesse fare, anche se volesse un posto da dirigente. Per lui le nostre porte saranno sempre aperte. Miccoli, però, non è un problema. Se volesse comprare il Lecce? Io glielo sconsiglio.
 
Al tecnico ho chiesto solo  di allenare e vincere le partite. I tesserati non devono avere alcun timore, devono fare il loro dovere in campo. Ieri ho visto l'allenamento e ho notato una grossa carica. Noi adesso dobbiamo pensare solo a vincere il campionato. Oggi bisogna concretarsi solo sugli impegni.
 
Quali sono stati i miei errori? Penserete che sia presuntuoso, ma dal punto di vista gestionale non ne ho commessi. Dal punto di vista sportivo invece sì, come, per esempio, quello di cambiare tanti allenatori, ma l’ho fatto per cercare di raddrizzare le varie situazioni. Poi solo chi non fa non sbaglia e io non ho mai avuto paura di mettermi in gioco, come non ho mai temuto di avere ripensamenti.
 
Sul fatto della vendita del Lecce, però, siate certi che non ne avrò. Dopo questa esperienza la mia famiglia con il calcio ha chiuso. Almeno in Italia
 



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