
Con l’arrivo dell’autunno, i piatti caldi cominciano a conquistare la tavola. Sono tante le ricette che si possono preparate con i prodotti di stagione e tra verdure, legumi e cereali c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Se si desidera qualcosa di semplice, ma sofisticato, di ‘antico’, ma di moda la scelta può essere una deliziosa zuppa di cicerchie. La preparazione è semplice, anche se bisogna armarsi di un po’ di pazienza perché questi legumi – che ricordano un po’ i ceci – hanno bisogno del tempo di ammollo necessario per la buona riuscita del piatto. Lunga anche la cottura, ma varrà l’attesa. Ogni cucchiaio è un viaggio nei sapori della tradizione contadina, anche salentina.
La zuppa di cicerchie
La ricetta è davvero semplice. E come accade spesso in cucina si può ‘personalizzare’ aggiungendo ingredienti e spezie in base ai gusti, ma in questo caso meno c’è meglio è. Basta davvero poco per valorizzare il sapore delicato di questo legume ricco di proteine che ha ottenuto la denominazione di prodotto agroalimentare tradizionale italiano (PAT).
Ingredienti
- 400 gr di cicerchia
- alloro
- olio extravergine d’oliva
- sale
- pepe.
Procedimento:
Mettete la cicerchia in acqua salata e lasciatela in ammollo per almeno 24 ore. Prima di cuocerla sciacquatela bene con acqua fredda. Mettete la cicerchia in pentola e lasciate cuocere per due ore o fino a quando i legumi risulteranno teneri. Aggiungete il sale e due foglie di alloro. Prima di servirla aggiungete direttamente nel piatto filo di olio extravergine d’oliva e accompagnate la zuppa con delle fette di pane tostate.
La ricetta si potrebbe arricchire di pomodori, cipolle o spunzali , patate e altre spezie che renderanno il piatto ancora più ricco e saporito, ma fate attenzione a non esagerare altrimenti il sapore delicato della cicerchia verrà completamente nascosto.
La cicerchia, la storia di un legume rivalutato
Negli ultimi anni la cicerchia – Lathiros in greco, cicerula in latino – è tornata di moda. Eppure è un legume antichissimo, usato in passato per preparare anche focacce, pane e prodotti da forno. Ricco in calcio, fosforo, proteine, vitamine B1, B2, e PP e fibre alimentari contiene una neurotossina, l’Odap, che poteva causare il “latirismo”, disturbi neurologici che, se non curati, potevano portare alla paralisi degli arti inferiori, all’impossibilità di camminare. Per questo, dopo aver sfamato, per secoli, i contadini è stato a lungo disprezzato tanto che scomparve quasi del tutto dalle tavole degli Italiani. In realtà, le percentuali di Odap contenute in queesti “sassolini irregolari” sono realmente pericolose se consumate quotidianamente ed in gran quantità. Insomma, se la dieta prevede solo la cicerchia – almeno 300g al giorno e per diverse settimane consecutive! – come avveniva appunto in tempo di carestia.
La leggera tossicità della cicerchia può essere “sconfitta” con alcuni accorgimenti come la macerazione in acqua salata per almeno 24 ore. In ogni caso, l’acido nocivo si accumula nelle piante che hanno patito l’aridità, difficile ai nostri tempi.