
Fernando Nazaro è tra i protagonisti più brillanti e autorevoli dell’imprenditoria turistica del Sud Italia: gallipolino doc, con il suo lavoro ha saputo trasformare visione, territorio e ospitalità in un modello riconosciuto ben oltre i confini pugliesi. La sua capacità di coniugare autenticità e innovazione, valorizzando il patrimonio naturale e culturale del Salento, gli è valsa un prestigioso riconoscimento conferito di recente nella splendida cornice di Santa Maria di Leuca, alla presenza di istituzioni e rappresentanti del settore.
Un premio che consacra un percorso esemplare, costruito con passione, etica e lungimiranza, a servizio di un turismo che guarda al futuro senza dimenticare le radici.
Nazaro, quali sono le sue previsioni per la stagione turistica 2025 a Gallipoli e in Puglia?
Sono sicuramente ottime previsioni, perché la stagione si sta presentando bene e pensiamo che possa andare ancora meglio.
Il brand Salento è forte è certamente ancora affidabile. Ecco perché ritengo che, al netto degli imprevisti che teniamo sempre in conto l’estate dovrebbe confermare i numeri degli anni precedenti, con qualche percentuale in più.
Come è cambiato il settore turistico negli ultimi anni e quali tendenze ritiene più significative?
Il turismo è come un essere vivente, che cresce, si trasforma a volte rischia di invecchiare, ed è qui che dobbiamo essere bravi a mantenere in forma la fisionomia del territorio, per renderlo sempre attrattivo, sempre seducente. È chiaro che in questa impresa non basta il mare, non basta la natura, occorre l’intervento sapiente dell’uomo, occorre una programmazione, ed è necessario mettere a fuoco nuovi modelli di sviluppo con i quali regolare e coordinare dinamiche e flussi turistici. Lo ripeto da tempo, dobbiamo spenderci di più in questo senso.
Come interpreta le critiche mediatiche ricorrenti che Gallipoli riceve nel mese di giugno?
Beh, è più facile che disservizi e situazioni di disagio possano verificarsi dove c’è più gente. È questione di numeri, è la legge delle probabilità.
Gallipoli è incredibilmente ricca di turisti nei mesi estivi, la sua popolazione residente decuplica tra luglio e agosto tanto da farne la seconda città pugliese per numero di persone. È chiaro quindi che possa accadere qualcosa che si sottrae ai controlli, alle regole e al bon ton. Credo che sia un fatto naturale che riguarda ogni luogo affollato nel mondo. E poi, nessuno mi toglie dalla testa che esista il tentativo di sminuire la portata dell’estate salentina e gallipolina che fa paura e mette in imbarazzo altre realtà turistiche d’Italia e d’Europa.
Quale ruolo deve assumere l’imprenditore nella valorizzazione del territorio e nella responsabilità sociale verso la comunità?
L’imprenditore deve essere un punto di riferimento credibile, l’uomo del fare che si pone in mezzo tra i bisogni della popolazione e gli indirizzi politico istituzionali.
Spesso però l’imprenditore si trova ad operare da solo confidando quasi esclusivamente sulle proprie forze, anche nei momenti più difficili, salvo poi condividere le fortune e il successo di una stagione turistica con l’intero territorio.
Negli ultimi tempi si è parlato con insistenza di una sua possibile candidatura a sindaco di Gallipoli. Quali sono le sue intenzioni in merito e cosa la spingerebbe a intraprendere questo percorso?
È da tempo che ascolto e leggo varie supposizioni sul mio conto e sul futuro della mia città. Non nego che la pubblica amministrazione possa essere un interesse di alto profilo per chiunque, ma credo che sia prematuro parlare di candidature.
Io faccio l’imprenditore, sono abituato a misurarmi con le mie forze e a rischiare in prima persona. È una logica diversa rispetto a quella della politica.
Ripeto, mi diverto a lavorare per me stesso e per il mio territorio, e questo mi basta.